cgil, cisl e uil 

«Sul lavoro l’Abruzzo fa fatica» 

I sindacati presentano la manifestazione del 3 febbraio a Lanciano

PESCARA. Un Abruzzo che fa sempre più fatica, con il lavoro stabile che diminuisce, un export che tira solo per le grandi aziende e una sinergia tra istituzioni e parti sociali da rinnovare. È il quadro che ieri è stato tracciato da Cgil, Cisl e Uil, in occasione del lancio della manifestazione, “Più lavoro, più sviluppo”, che si terrà il 3 febbraio, alle 9, a Lanciano, presenti i tre segretari regionali delle tre sigle sindacali: Michele Lombardo, della Uil, Sandro Del Fattore, della Cgil, e Leo Malandra, della Cisl Abruzzo-Molise. Ai dati diramati nei giorni scorsi dalla Regione - la quale, in tre anni, avrebbe creato 53 mila posti di lavoro, con un investimento per il Masterplan pari ad un miliardo e mezzo, con 77 interventi da cui nasceranno oltre 370 opere - i sindacati hanno risposto che, in realtà, i posti a tempo indeterminato sono diminuiti. «L’occupazione che qui si crea», ha osservato Del Fattore, «è prevalentemente precaria e a termine. Basti dire che nel 2016 i contratti a tempo indeterminato sono stati 19.041, mentre nel 2017 sono scesi a 17.992. A tempo determinato, poi, i contratti sono passati dai 66.700 del 2016, agli 86.131 dell’anno scorso». Anche i numeri del lavoro stagionale sancirebbero la precarizzazione: «Nel 2016 furono 9.489, nel 2017 sono saliti a 12.427». Malandra, della Cisl, ha comunque riconosciuto che c’è stato un recupero dal 2008, per quanto riguarda il lavoro. «Da 515 mila di allora, siamo tornati a 512 mila occupati. Ma attenzione: in questa cifra si calcola anche chi ha lavorato solo una settimana». Per Malandra, poi, «la cassa integrazione ordinaria è scesa dell’11%, però nel resto d’Italia del 25%, dove la crescita è più sostanziale. Inoltre», ha proseguito, «c’e un sistema duale in Abruzzo, in cui da un lato ci sono le grandi aziende che fanno esportazione e vanno avanti, e, dall’altro, piccole e piccolissime aziende che sono allo stremo. L'Abruzzo non sta crescendo per la programmazione non ancora cantierata, ma perché è trainata dalla crescita dell’Italia e dell’Europa. Il Masterplan deve avere la sua cantierabilità», ha concluso. Sulla manifestazione del 3 febbraio si è soffermato Lombardo. «Questa dovrà essere uno sprone per la Regione, affinché riprenda una discussione coi sindacati su questi temi. Il sindacato vuole riportare al centro del dibattuto il momento che si sta vivendo. Noi cresciamo meno degli altri», ha sottolineato l’esponente della Uil, «e se l'Abruzzo, dall’anno scorso, è cresciuto, è pur vero però che siamo ben lontani dal risolvere i problemi sul tappeto. Ci sono 109 vertenze aziendali e la Regione su lavoro e politiche industriali deve fare di più».