Tagli a indennità e rimborsi alla regione Abruzzo, ecco la legge che non piace

Dopo mesi di discussione e tentativi di affossarla arriva in consiglio regionale. Da sola vale circa 23 milioni di euro e prevede anche lo slittamento dei vitalizi

L’AQUILA. Che cosa può fare la giunta regionale con 23 milioni di euro? Costruire una strada, o un’ala di ospedale, per esempio. Oppure, può destinarli al sostegno delle fasce più deboli dei cittadini. O, ancora, perché non dirottarli ai settori sui quali la Regione sta adottando la scure, come Sanità e Sociale? I 23 milioni sono frutto del calcolo, fatto dai consiglieri del Movimento 5 stelle, di quanto si risparmierebbe se venissero dimezzati stipendi, indennità, assicurazioni e altre voci di tutta la giunta e del consiglio regionale.

Impossibile? Niente affatto, visto che il neo presidente Pd della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha già annunciato di ridurre da 8mila a 5mila euro le indennità dei consiglieri: ossia, quanto è retribuito il sindaco di una città metropolitana. «Mi avanzerà di che campare…», ha detto ai malpancisti del suo partito. «A differenza di tanta parte della politica, che non mantiene mai le promesse fatte in campagna elettorale noi siamo coerenti», sottolinea la consigliera Sara Marcozzi – in riferimento al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che in campagna elettorale aveva fatto della riduzione dei costi della politica il suo cavallo di battaglia (tra l’altro con la stessa idea di Emiliano).

La Marcozzi è prima firmataria della proposta di legge sui tagli dei costi della politica regionale. Ha ottenuto – «dopo settimane in cui la discussione in commissione Bilancio veniva evasa ad arte dalla maggioranza, prima per mancanza di numero legale, poi per l’assenza del presidente» – che la proposta di legge venisse calendarizzata. Richiesta accolta dal presidente del consiglio regionale. La legge sarà discussa probabilmente nella prossima seduta, il 14 luglio. «Noi grillini quello che facciamo lo diciamo, e quello che diciamo lo facciamo», ha commentato ieri la Marcozzi in un’aula in larga parte tesa, distratta, con i consiglieri stanchi di ascoltare i colleghi, telefonini accesi, passeggiate fra i banchi. «Il taglio dei costi della politica è un dovere verso i cittadini», ha aggiunto la Marcozzi, «perché l’Abruzzo si affama sempre di più e subisce tagli di ogni genere».

I tagli che il M5S propone nei cinque anni di legislatura, riguardano le indennità di consiglieri e presidenti di giunta e Consiglio le cui massime retribuzioni consentite sarebbero ridotte, per i primi, da 11.100 a 5mila euro, e per i secondi da 13.800 a 6.500 euro.

Altro taglio previsto è quello dei rimborsi spese, che elargisce ai consiglieri fino a 4.500 euro mensili. Un forfait assegnato a prescindere da quanto si spenda per vitto, alloggio e viaggio e dal luogo di provenienza.

Solo i consiglieri del M5S, con gli scontrini, rendicontano ogni spesa. E percepiscono il rimborso solo su quanto realmente utilizzato. «Gli altri, che vivono in provincia dell’Aquila o a chilometri di distanza, intascano il forfait incrementando lo stipendio», ha spiegato la Marcozzi.

Tagli sono previsti anche alle indennità di vice presidente e segretari di commissione. Non solo. La proposta inserisce l’abrogazione della polizza assicurativa in caso di morte o infortunio del consigliere, l’abrogazione del trattamento di fine mandato e la riduzione dei vitalizi con percentuali maggiori in caso di cumulo di vitalizi diversi. Infine, lo spostamento da 60 a 67 anni per la fruizione del vitalizio per i consiglieri che ne abbiamo maturato il diritto. Proprio come per i comuni lavoratori.

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