Tasse, cresce la protesta Si muove anche Napolitano

Il presidente Giorgio Napolitano ha garantito interventi per evitare beffe ai terremotati. E sabato sera, nella cena ad Arcore, i benefici fiscali hanno portato al braccio di ferro Berlusconi-Tremonti. Per la ricostruzione, nasce il progetto pilota del primo Consorzio di proprietari di immobili nell’area di piazza della Prefettura

L’AQUILA. Le porte del Quirinale si spalancano ai 100mila contribuenti-terremotati-beffati dell’Aquila che con l’eventuale approvazione del decreto Milleproroghe torneranno a pagare le tasse. Il presidente Napolitano ha garantito «un attento monitoraggio». Un segnale di speranza che arriva nel giorno della cena Berlusconi-Tremonti. Sul tavolo di Arcore sono tre le proposte presentate per rimediare.

LA TELEFONATA.
Perché il premier in persona, assente alla riunione di Palazzo Chigi dove si è consumata la beffa per i terremotati, ha intenzione di rimediare a quello che ha tutti i connotati del pasticcio. Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, l’ha chiamato al telefono e gli ha espresso tutta la propria insoddisfazione. Il Milleproroghe, così come concepito, prevede benefici solo per i titolari di redditi di impresa o di lavoro autonomo. Le tasse verrebbero sospese fino al 30 settembre 2010. Di fatto, sarebbero esclusi oltre 100mila contribuenti dei 57 comuni del cratere, compresi i dipendenti, i pensionati e i 16mila cassintegrati. A polemica esplosa, si ha l’impressione che il governo voglia arrivare a un ripensamento.

C’è aria di marcia indietro anche nella nota di Palazzo Chigi: «Le preoccupazioni espresse dal territorio abruzzese in merito alla sospensione del pagamento delle imposte per le aree terremotate sono infondate. La norma contenuta nel decreto Milleproroghe stabilisce solo il principio, accantona le risorse necessarie e rinvia a un decreto del presidente del consiglio le modalità di sospensione. Tale misura verrà emanata a breve, a conferma dell’impegno del governo a sostegno delle popolazioni e delle aree colpite dal sisma».

CENA AD ARCORE.
La misura attesa a giorni è stata al centro della discussione nella cena di ieri sera ad Arcore. Fra i commensali, Berlusconi, i leghisti Bossi, Calderoli e Cota e il ministro delle Finanze, Giulio Tremonti. Con quest’ultimo, così come anche in passato e sempre per le vicende legate al post-terremoto nell’Aquilano, il Cavaliere ha avviato un braccio di ferro.

LE PROPOSTE. Tre quelle presentate, al vaglio di una apposita commissione tecnica del ministero voluta per una verifica contabile sul caso-Abruzzo. La prima, che pare sia la più gradita al Cavaliere, è per la sospensione delle tasse per tutti i terremotati fino a ottobre 2010, con una restituzione dal 2011 (quanto previsto dal decreto iniziale ideato da Gianni Letta, poi bocciato da Tremonti). La seconda proposta prevede una sospensione per i terremotati fino a giugno. Da luglio, le agevolazioni verrebbero distinte in base ai redditi. L’ultima proposta prevede di ampliare l’attuale bozza del Milleproroghe; i beneficiari degli sconti fiscali, oltre agli autonomi, diventerebbero cassintegrati, pensionati e lavoratori dipendenti in una specifica fascia di reddito. Il provvedimento potrebbe essere firmato già nella giornata di domani dal presidente Berlusconi.

CASO POLITICO?
Il Cavaliere, dopo la telefonata di ieri di Chiodi, non vuole trasformare il caso-tasse in un caso-politico. Lo stesso governatore dell’Abruzzo, che nei giorni scorsi aveva anticipato la proroga dei benefici fiscali per poi essere smentito al termine della riunione del Cdm di giovedì, non ha risparmiato critiche al governo. E il premier sa che con l’avvicinarsi delle elezioni non può concedersi passi falsi, soprattutto in una regione che tenta di risollevarsi dalla catastrofe. E poi lo stesso Pdl, attraverso la Consulta economica nazionale, aveva dato il via libera alla concessione di agevolazioni fiscali per i terremotati. Da qui la fiducia di Chiodi. «Mi è stato assicurato», evidenzia il presidente della Regione, «che ci sarà un decreto del ministero dell’Economia per individuare i contribuenti che avranno la proroga della sospensione. Giocheremo fino in fondo la partita».

APPELLO A LETTA.
Oggi all’Aquila è atteso l’arrivo di Gianni Letta, invitato alla cerimonia per l’ingresso ufficiale all’Aquila di monsignor Giovanni D’Ercole. I politici locali rivolgeranno un appello al sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri affinché intervenga per uscire dal groviglio.

IL QUIRINALE.
Si è mosso già il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il vento della protesta è arrivato a soffiare fino al Quirinale grazie all’intervento del vicepresidente del consiglio regionale, Giorgio De Matteis (Mpa), e dei nove capigruppo all’Emiciclo. In una lettera a Napolitano, De Matteis e i nove seguaci hanno chiesto di non firmare il decreto Milleproroghe. «Sono stato contattato da un consigliere del presidente», annuncia De Matteis, «mi ha informato che il Quirinale sta seguendo la vicenda e ha avviato un monitoraggio. Si tratta di un passo importante per arrivare a bocciare un provvedimento indegno socialmente, che può creare scontri. Il presidente Napolitano», conclude De Matteis, «deve evitare una mortificazione della popolazione già duramente colpita».

«ECONOMIA A RISCHIO». È quanto sostiene Francesco Prosperococco, direttore del Cresa (Centro di ricerche economico-sociali) della Camera di commercio. «Con una sospensione delle tasse solo per alcune categorie», afferma, «non si innesca quel ciclo economico virtuoso e i danni potrebbero essere ingenti». La Camera di commercio dell’Aquila ha indirizzato una richiesta a Napolitano, Berlusconi, Tremonti, Scajola e Bertolaso. Si chiede di «riconoscere lo stesso trattamento già riservato in Umbria e Marche» e si sollecitano «iniziative necessarie a risolvere le problematiche di categorie produttive, piccole e medie imprese, per un immediato rilancio dello sviluppo e dell’occupazione, senza alcuna distinzione, tutelando in particolare precari, cassintegrati e pensionati».

I CONTI DEL FISCO.
In base a una stima dell’Agenzia delle entrate, per quest’anno dovranno essere restituiti al Fisco 513milioni di euro. In particolare, per la mancata detrazione dell’Irpef dalle buste paga c’è stato un mancato introito di 273 milioni. Il resto della somma è legata a contributi pensionistici e previdenziali. I 513 milioni di euro si riferiscono al periodo aprile-novembre.