Tasse, rimborsi da giugno

Chiarimenti per i contribuenti fuori dal cratere. Ma in città è mobilitazione contro il governo. Rappresentanti sindacali e di aziende incontrano il prefetto e Bertolaso

L’AQUILA. Il groviglio sulla sospensione delle tasse nelle zone terremotate rimane. E in attesa di conoscere il testo definitivo del decreto Milleproroghe cresce la mobilitazione. Le nebbie vengono invece allontanate nei comuni fuori dal cratere: da giugno 2010 e in cinque anni, i due terzi dei contribuenti della provincia dell’Aquila (191mila residenti, quasi 20mila aziende) restituirà le somme non versate.

LA MOBILITAZIONE. Cresce col passare delle ore all’Aquila e negli altri centri del cratere. Perché finora, indisrezioni a parte, manca il provvedimento ufficiale che detta i principi per la sospensione dei versamenti di tasse e contributi. Tasse e contributi che invece si stanno già pagando, visti gli alleggerimenti degli stipendi di dicembre e soprattutto delle tredicesime. Così la mobilitazione dilaga e gli aquilani si organizzano. Il primo appuntamento è alla vigilia di Natale, alle 15, nella tensostruttura in piazza Duomo. Qui si sono dati appuntamento i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Api, Apce, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Cia. Gli stessi che ieri pomeriggio hanno incontrato il prefetto Franco Gabrielli e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. «Comincia la nostra mobilitazione», annunciano in una nota le organizzazioni sindacali e delle imprese, «mobilitazione che terminerà, come annunciato al prefetto e a Bertolaso, soltanto quando il governo avrà dato seguito e concretezza alle sacrosante richieste del nostro territorio su tasse e Zona franca. Quando con documenti scritti verrà data concretezza alle soluzioni dei problemi di un territorio devastato, rispondendo con i fatti, e non con gli annunci, alle richieste delle forze sociali ed economiche. Le nostre non saranno iniziative simboliche, coinvolgeremo l’intera cittadinanza. Al prefetto e a Bertolaso abbiamo illustrato le pesanti difficoltà e i drammatici problemi che ogni giorno vivono le aziende di qualsiasi comparto, i lavoratori, i pensionati e i cittadini, a causa dei ritardi e delle incertezze del governo nelle azioni di sostegno all’economia e di aiuto al lavoro».

CHIODI A ROMA. La protesta cresce e oggi il presidente della Regione torna a Roma. A Palazzo Chigi è in programma un nuovo Consiglio dei ministri. Il caso tasse non è in discussione, ma il governatore spera di ricevere chiarimenti. Lui stesso, nei giorni scorsi, ha espresso la propria insoddisfazione per la decisione del governo, che ha sì votato il decreto per la proroga della sospensione delle tasse ma ha stabilito che solo parte dei contribuenti avrà i benefici. Ogni decisione è stata poi rinviata a un Milleproroghe. Così, fra appelli al presidente della Repubblica e petizioni, sono state prospettate tre diverse soluzioni. L’ultima, emersa dopo la cena di Arcore fra il premier Berlusconi e il ministro Tremonti, ipotizza una sospensione fino a giugno per tutti i residenti nei 57 comuni del cratere (non solo per gli autonomi, così come contemplato nel testo originario del Milleproroghe). Ma per ora, a parte le rassicurazioni contenute in una nota di Palazzo Chigi, non sono stati firmati provvedimenti.

CASO RISOLTO
. Possono invece ritenersi soddisfatti i componenti dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Avezzano e della Marsica. Hanno ottenuto il chiarimento richiesto. Dopo il terremoto, nella Marsica, in Valle Peligna e nell’Alto Sangro erano stati sospesi i versamenti delle tasse. Con un successivo pasticcio, scaturito dopo la decisione del ministero di tornare a farle pagare (a giugno) e una sentenza del Consiglio di Stato (ad agosto) che le aveva nuovamente bloccate. I commercialisti lamentavano un vuoto normativo perché non si sapeva quando e come dover restituire le somme (dal 6 aprile al 30 novembre). Si temevano pagamenti da gennaio, in termini ravvicinati, per i 191mila residenti e le 20mila aziende. In una nota, si è invece espressa l’Agenzia delle entrate (con la consulenza giuridica n.915-4/2009). «Si fa presente», è quanto spiega la direzione regionale dell’Agenzia, «che nel testo della Finanziaria 2010, attualmente all’esame del Senato (forse oggi l’approvazione, ndr), già approvato dalla Camera il 17 dicembre, è previsto che all’articolo 25 del Decreto legge 78/2009 sono apportate le modifiche. La ripresa della riscossione dei tributi non versati per effetto della sospensione avverrà mediante 60 rate mensili di pari importo, a decorrere da giugno 2010, secondo modalità che saranno stabilite dal direttore dell’Agenzia delle entrate. La suddetta modifica riguarda anche gli adempimenti tributari i quali, pertanto, dovranno essere effettuati entro marzo 2010». Il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Avezzano e della Marsica, Augusto D’Alessandro, ha espresso la propria soddisfazione. «Dobbiamo ringraziare l’Agenzia delle entrate», sottolinea, «la mancanza di chiarimenti aveva generato confusione tra migliaia di contribuenti». In provincia si stanno già ripagando le tasse. Anche nell’Aquilano terremotato. Fatto che sta scatenando altre dure reazioni.

«FUORI DAI DIRITTI». È quanto urla a gran voce la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane. «C’è un palese braccio di ferro al governo sui nostri sacrosanti diritti», dice, «per questo ogni minuto è buono per non restare affatto tranquilli ad aspettare l’esenzione sotto l’albero. Continuiamo il nostro pressing sulla presidenza del Consiglio dei ministri per assicurare ai nostri terremotati gli stessi diritti di altri. La popolazione dell’Aquila intanto sta già pagando le tasse sulle buste paga di novembre e dicembre, le mensilità più sostanziose per le tredicesime. Già questo non doveva accadere. Siamo già fuori dai patti e dai diritti. Sembra quasi che l’agonia di una decisione venga volutamente prolungata per rosicchiare il più possibile i benefici ai terremotati per far quadrare i conti sgangherati di Tremonti. Giungono notizie contrastanti sul nostro destino. Quello che oggi è sicuro domani è rimesso in discussione. Apprezziamo gli sforzi onesti di Bertolaso, ma vorremmo tanto vedere Tremonti passeggiare fra le macerie e parlare con imprese e lavoratori. E il progetto Case per noi non è la ricostruzione».