Teramo, filma le infermiere che si spogliano

Indagato un portantino dell'ospedale, le riprese col telefonino, nascosto in un secchio della spazzatura, erano state diffuse su internet

TERAMO. Filmava le infermiere che si svestivano nello spogliatoio di un reparto dell’ospedale e poi diffondeva i video su internet. D.M., 30 anni, portantino in servizio al Mazzini, è indagato nell’inchiesta che la procura ha appena chiuso.

L’uomo è accusato di interferenze illecite nella vita privata e diffamazione: rischia fino a quattro anni. Nei giorni scorsi il sostituto procuratore Serena Bizzarri, titolare del caso, ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini. Non è da escludere che per l’operatore socio sanitario, difeso dall’avvocato Gennaro Lettieri, ci possa essere una citazione diretta a giudizio.

I fatti contestati risalgono ad un periodo compreso tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008. A presentare denuncia sono state sei infermiere dell’ospedale che, da un giorno all’altro, si sono accorte che le loro immagini svestite circolavano sul web. Le donne lo hanno scoperto tramite un programma di file sharing, una sorta di condivisione dei file: immediatamente si sono riconosciute in quelle immagini evidentemente rubate nello spogliatoio dell’ospedale. Immediata la denuncia alla polizia postale, che, all’epoca, avviò subito le indagini per capire chi potesse aver fatto quelle riprese, in violazione di ogni legge sulla privacy, e successivamente chi potesse averle diffuse sul web.

Inizialmente, infatti, gli investigatori pensavano si trattasse di due persone, ma è bastato poco per scoprire la verità. A rubare le immagini era stato un portatino in servizio. Per farlo aveva usato un telefono cellulare con videocamera nascosto in un secchio della spazzatura nello spogliatoio delle infermiere. Nessun volto nelle immagini, ma solo corpi. Dopo la denuncia alla polizia postale, gli investigatori hanno bloccato l’accesso ai file sotto accusa e successivamente, attraverso un delicato e complesso lavoro, sono riusciti ad arrivare e ad identificare il presunto responsabile. Il lavoro della polizia postale è finito sul tavolo del sostituto procuratore che ha immediatamente aperto un’inchiesta. Le indagini sono state approfondite e il pm ha ipotizzato du reati: interferenze illecite nella vita privata e diffamazione. Per l’uomo, che ha sempre respinto le accuse, potrebbe anche arrivare la citazione diretta a giudizio.

Ma le indagini degli investigatori proseguono anche su altri fronti: obiettivo è quello di verificare se l’uomo abbia rubato altre immagini, magari muovendosi in diversi spogliatoi dell’ospedale e poi diffondendo i video su internet.

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