il convegno

Teramo, impresa chiama giustizia: "Ridurre i tempi dei contenziosi"

Al dibattito organizzato da Confindustria Abruzzo hanno partecipato il vice presidente del Csm Legnini, il sottosegretario alla Giustizia Chiavaroli, la direttrice generale di Confindustria Panucci e la presidente della sezione imprese del tribunale di Milano Tavassi

TERAMO. «Il primario interesse delle imprese è sulla centralità della legalità e del sistema giustizia, assolutamente funzionale all'idea di competitività. Una centralità che non può non passare per la riduzione dei tempi di definizione dei contenziosi giudiziari che ogni giorno le imprese si trovano ad affrontare». A parlare, al convegno promosso da Confindustria Abruzzo "L'impresa interroga la giustizia", è il presidente dell'associazione degli imprenditori, Agostino Ballone, che ha sottolineato l'esigenza di superare «quel clima ostile alle imprese» e di velocizzare i tempi dei processi. «La sola giustizia civile può pesare l'uno per cento sul Pil - ha sottolineato Ballone -. Lo sforzo del legislatore e del governo deve andare verso la riduzione della durata dei processi. È evidente che il nostro Paese è ancora agli ultimi posti per la definizione dei giudizi civili e di inadempimento contrattuale. Parliamo di una media di 1.210 giorni in Italia, contro 394 della Germania, 380 dell'Inghilterra, 331 in Francia. Il risultato è che un'azienda su tre evita il processo accontentandosi di un accordo al ribasso». Al convegno, moderato dal direttore del Centro Mauro Tedeschini, hanno partecipato anche il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, il presidente della sezione imprese del tribunale di Milano Marina Tavassi, il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca e il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci.

Teramo. Legnini al convegno su impresa e giustizia
Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, ospite del convegno organizzato da Confindustria Abruzzo a Teramo sul tema: "L'impresa interroga la giustizia". Molti gli imprenditori intervenuti al convegno moderato dal direttore del Centro Mauro Tedeschini. (video Luciano Adriani)http://bit.ly/1pkHUKs

«La difficoltà del rapporto tra diritto ed economia arriva da lontano. La crisi che da molti anni registriamo su questo rapporto dipende dal fatto che la legislazione è incerta, dall'incertezza interpretativa e dai tempi. Il modello a cui ci dobbiamo ispirare è quello delle sezioni specializzate», ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini. Legnini in particolare ha sottolineato come le novità introdotte nel processo civile, rispetto al quale la Camera ha approvato in prima battuta la legge di riforma che amplia tra l'altro le competenze delle stesse sezioni specializzate in materia di impresa, vadano proprio nella direzione di migliorare quel rapporto. «È di pochi giorni fa l'intervento del primo presidente di Cassazione sull'arretrato dei ricorsi in Cassazione, riferibile soprattutto ai giudici tributari - ha proseguito Legnini - così come è di pochi giorni fa la vicenda dolorosa dell'arresto di alcuni giudici Tributari. Noi stiamo puntando sulla specializzazione, sulla formazione, stiamo cambiando gran parte dei vertici degli uffici giudiziari. Non bisogna sempre e solo parlare male della giustizia, ma occorre far in modo che se ne riconoscano la nobiltà e l'efficacia. Dobbiamo essere orgogliosi della grande professionalità dei magistrati italiani». E, infine, sul tema del convegno: «Una giustizia che non funziona deprime le possibilità di crescita del paese. Oggi che c'è un giudice specializzato per le imprese i tempi si sono ridotti della metà, se non di più, rispetto a quelli ordinari».

Non è mancato l'intervento del governatore Luciano D'Alfonso, che sulla scia delle polemiche legate alle dichiarazioni rilasciate sull'inchiesta "La City", «Dove c'è risposta efficiente ad una domanda di giustizia le imprese sono pronte ad investire», ha detto. «Il tema della giustizia e della crescita economica - ha aggiunto - vanno di pari passo. Anzi, sono le aziende che sono pronte ad investire e generare sviluppo se accertano che sul territorio ci sono le condizioni ottimali sul terreno della giustizia e della pubblica amministrazione. Differentemente invece, le aziende smettono di investire se vengono assalite da un sentimento di paura, generata a sua volta da atteggiamenti ostili della pubblica amministrazione o, nel caso della giustizia, da una "iper-rubricazione" delle singole fattispecie». Il processo di modernizzazione delle strutture pubbliche rappresenta un passaggio importante «destinato ad accelerare la crescita del Paese». In questo senso, D'Alfonso è tornato «sullo straordinario valore» della Riforma Madia della pubblica amministrazione: «Ci troviamo di fronte ad una vera rivoluzione, perché per la prima volta si prevede la possibilità che di fronte ad un progetto di investimento e sviluppo di un'impresa si possa arrivare ad azzerare le procedure. Questo significa che la pubblica amministrazione cammina di pari passo con l'impresa; significa che la pubblica amministrazione non ha in odio l'attività del privato; ma significa soprattutto che la pubblica amministrazione si apre alle esigenze delle imprese».

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