Tercas, 265 milioni dal Fondo. Le perdite Caripe a quota 69

Un altro sofferto via libera dall’organo che ripiana i crac bancari e altri due mesi per il commissario. L’istituto pescarese chiude un 2013 difficile facendo pulizia dei crediti dubbi, ora coperti al 63%

TERAMO. La strada è sempre stretta, ma la meta è sempre più vicina: venerdì scorso il Fondo interbancario di garanzia sui depositi ha dato un altro via libera al salvataggio della Tercas, confermando il versamento di 265 milioni e definendo alcune poste rimaste finora in sospeso con la Banca Popolare di Bari, l’istituto che assumerà il controllo del gruppo abruzzese una volta che quest’ultimo sarà uscito dall’amministrazione straordinaria. Cosa che, a questo punto, non potrà avvenire neppure a fine giugno, ma piuttosto a fine agosto, una volta lanciato l’aumento di capitale riservato alla Popolare pugliese.

Non tutti i nodi sono stati superati: servono altri ’via libera’, uno dei quali dovrà arrivare dalla Consob, a cui spetta di accordare il permesso di escludere il diritto d’opzione per i vecchi soci, evitando così possibili manovre di disturbo. Ma il quadro complessivo sembra essersi nuovamente rasserenato, consentendo al commissario Riccardo Sora e a l direttore generale Dario Pilla di tranquillizzare un sindacato piuttosto in apprensione, nell’incontro che si terrà lunedì 9.

Nel frattempo è stato approvato il bilancio 2013 della Cassa di Riparmio di Pescara, Caripe, banca che dal gennaio del 2011 fa parte del gruppo Tercas. Come ci si poteva attendere i numeri sono pesanti: l’esercizio chiude con una perdita netta di 69 milioni di euro, dopo una serie di rettifiche prudenziali che hanno portato a una copertura delle sofferenze pari al 63% del totale. In pratica sono stati fatti accantonamenti che mettano al riparo da una conclusione negativa delle diverse situazioni di crisi aziendali nelle quali la Caripe è rimasta invischiata, a causa della crisi economica. La cosa confortante è che, nonostante l’istituto di Corso Vittorio Emanuele abbia attraverso fasi veramente drammatiche, la fiducia dei risparmiatori non sembra essere venuta meno e la raccolta si è mantenuta su buoni livelli, circa un miliardo e 350 milioni di euro. Anche a livello di conto economico, poi, il 2014 è cominciato decisamente meglio dell’annus horribilis che ci lasciamo alle spalle. E questo è dovuto anche alla pulizia sui crediti dubbi che è stata fatta nell’ultimo esercizio, oltre a una costante opera di riduzione dei costi, con i dipendenti che ormai sono scesi sotto quota 350. Quello firmato dal presidente di Caripe, il professor Giuseppe Mauro, potrebbe essere l’ultimo bilancio annuale per l’istituto pescarese: il piano industriale messo a punto dagli uomini della Popolare di Bari prevederebbe come prima mossa la fusione di Tercas con la Caripe stessa, per dar vita un unico istituto abruzzese che, con le dovute economie di scala, dia un’altra limatura ai costi di struttura.