Terremoto, il sindaco di Palata: "Ora fermare il gasdotto"

E' il progetto Larino-Chieti. De Sanctis (no Hub gas): ma ci sono anche i lavori per il potenziamento del San Salvo-Biccari, l'ampliamento dello stoccaggio gas  di Cupello, del Sinarca in Molise e a San Martino sulla Marrucina

PALATA. «Mi chiedo se sia il caso di fare il gasdotto dopo la paura che ci siamo presi ieri sera: non so proprio se sia il caso di far percorrere i nostri territori da un metanodotto il cui solo scopo è quello di portare gas al nord Europa, e far fare qui a Palata i pozzi di stoccaggio». Lo chiede Michele Berchicci, sindaco di Palata, dopo le scosse di ieri che poco prima della mezzanotte hanno raggiunto la magnitudo di 4,7.

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Berchicci mette nel mirino il progettato gasdotto Sgi che da Larino (Campobasso) dovrebbe raggiungere Chieti: i pozzi di cui parla sono quelli che dovrebbero essere realizzati tra Guglionesi (Campobasso) e appunto Palata e Montecilfone (Campobasso), otto pozzi per la complessiva capacità di stoccaggio di 400 milioni di metri cubi di gas. La struttura è al centro di numerose polemiche anche in Abruzzo con la mobilitazione dei territori specie a Sulmona, territorio a forte impatto sismico. «Siamo sicuri di volere queste bombe nel nostro territorio? Io sono contrario come molti dei miei colleghi sindaci che giorni fa si sono visti a Guglionesi - spiega il sindaco - non ci sembra proprio il casi di proseguire col gasdotto».

«Le aree collinari del Molise, così come quelle abruzzesi, sono interessate da diversi progetti per nuove opere o ampliamento di quelle esistenti, tutti tasselli della perversa strategia di trasformare il fragile Belpaese in un Hub del Gas europeo», aggiunge Augusto De Sanctis per il Coordinamento No Hub del Gas in una nota, «si tratta di opere che appesantiscono la pressione antropica su un territorio assai vulnerabile per rischio sismico e idrogeologico. Si va dal nuovo gasdotto Larino-Chieti, di 111 km, al potenziamento del San Salvo-Biccari, dall'ampliamento dello stoccaggio gas esistente di Cupello di Stogit da 2,5 miliardi di mc ai nuovi progetti di stoccaggi del Sinarca in Molise a quello a San Martino sulla Marrucina - spiega - Questo ultimi interventi sono addirittura oggetto di specifiche prescrizioni dei ministeri sul rischio di sismi indotti proprio dalle attività di stoccaggio, dopo quanto avvenuto in Spagna con lo stoccaggio Castor bloccato dal Governo dopo una crisi sismica innescata dell'iniezione di gas. Ovviamente sono questioni sito-specifiche ma è incredibile che in un territorio già a rischio naturalmente si possano pensare queste strutture assai pericolose solo per scopo di profitto visto che in Italia i consumi di gas sono in forte declino. Gli stoccaggi gas sono impianti a rischio di incidente rilevante sottoposti alla Direttiva Seveso. Peccato che abbiamo appena scoperto che lo stoccaggio di Cupello non abbia da decenni il Piano di Emergenza per la popolazione, obbligatorio per legge. Nel nostro paese questa è l'attenzione per la sicurezza», chiude De Sanctis.