L'OPERAZIONE

Toto escluso dal salvataggio di Alitalia

Il Cda delle Ferrovie ha fatto la sua scelta e dà il via libera ad Atlantia della famiglia Benetton anziché al gruppo dell'imprenditore abruzzese (ex AirOne). Escluso anche Lotito

ROMA. L'imprenditore abruzzese Carlo Toto è stato escluso dalla cordata destinata a salvare Alitalia per la terza volta in dieci anni. Il lunghissimo Consiglio d’amministrazione di Ferrovie dello Stato ha fatto la sua scelta. Atlantia si avvia a diventare il quarto componente della cordata Il blocco dei salvatori sarà composto, quindi, oltre che dal gruppo ferroviario dal ministero dell’Economia, da Delta Airlines e, appunto, dalla holding della famiglia Benetton. Escono di scena gli altri tre candidati: il gruppo Toto (ex proprietario di Air One), l’imprenditore colombiano German Efromovich e Claudio Lotito, presidente della Lazio. Il proprietario di Avianca (che tuttavia in questa partita interveniva solo a titolo personale) era pronto a investire 400 milioni. Tuttavia Mediobanca, advisor di Fs ha mostrato scarsa fiducia nella solidità finanziaria della proposta.

Il Consiglio d’amministrazione di Fs si sarebbe protratto così a lungo perché era nota la preferenza dei Cinquestelle per il gruppo Toto come contraltare ad Atlantia. A "pesare", come noto, la tragedia del Ponte Morandi e la questione delle concessioni autostradali. La holding della famiglia Benetton dal canto suo non ha fatto mistero dell’intenzione di lasciare all’amministratore delegato Giovanni Castellucci la valutazione attenta del piano industriale e della compagine azionaria della nuova compagnia, sottoponendo poi le sue conclusioni al cda. Se così fosse, la soluzione definitiva per Alitalia non può che arrivare dopo l’estate, considerando anche la pausa agostana.

Ora si entrerà nella fase decisiva, quella che dovrà valutare il merito della proposta targata Atlantia. Il nodo principale da sciogliere è quello relativo all’approvazione, e all’eventuale integrazione, del piano industriale già definito da FS e dal partner industriale, il vettore Usa Delta.

Le quote della newco dovrebbero essere invece ormai definite: a Fs il 35%, al suo fianco il Mef con il 15% e poi Delta con il 10-15%. Il restante 35-40% andrà quindi alla holding quotata guidata da Giovanni Castelucci. Non è da escludere che lo Stato, rappresentato dal ministero delle Finanze, possa successivamente uscire di scena e la sua quota essere rilevata dalla compagnia aerea americana.

Sul fronte della governance Ferrovie avrà la presidenza, mentre andrà individuato il nuovo amministratore delegato e con ogni probabilità anche il direttore finanziario.

Nino Sunseri (Italpress)