Tra libri e briganti rinascono le sale dell’ex scuola Fermi

L’edificio doveva essere abbattuto, oggi diventa punto di riferimento per la cultura della Marsica.

CELANO. L’Auditorium “Enrico Fermi” di Celano si appresta a diventare il più importante centro di promozione culturale della Marsica. Oltre ai numerosi eventi in programma per le festività natalizie, ospita fino a maggio ben quattro mostre, organizzate dal Comune e dalle associazioni “Antiqua” e “Uomini e popoli tra guerra e pace”.
Di grande spessore è sicuramente la mostra “Attraversando pagine”, un viaggio nella storia del libro, dai manoscritti antichi all’epoca contemporanea.
L’idea della esposizione è nata dalla volontà di mettere a disposizione di un vasto pubblico di visitatori i magnifici esemplari raccolti nella biblioteca del convento dei frati minori di Santa Maria Valleverde di Celano e gelosamente custoditi da padre Osvaldo Lemme.

IL LIBRO ANTICO
La mostra si articola in cinque sezioni, ognuna dedicata a un periodo storico.
La prima, “Il testo di dominio pubblico”, raccoglie i reperti più antichi, databili fino al VI secolo d.C.: un’epigrafe, un suggestivo Libro sui morti e il prezioso Codice purpureo.
Nella seconda sezione, “L’antico in chiave moderna”, sono esposti i volumi di lusso della casa editrice Franco Maria Ricci: riedizione a tiratura limitata di testi antichi, tra cui Le mille e una notte e il Cantico dei cantici.
La terza sezione, “Dagli scriptoria all’espansione del sapere”, evidenzia il passaggio dall’arte amanuense all’affermazione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, allorché il mercato del libro crebbe in maniera esponenziale. Tra i testi di questa sezione, che comprende il Cinquecento e il Seicento, vanno menzionati: Spicilegium, l’Erbario di Mattioli, I costumi, le leggi e le usanze di tutte le genti di Giovanni Boemo Alemanno, il Codice Resta, l’Elucidario poetico, l’Antidotario.

I DIARI DI NAPOLEONE
La sezione quattro “Parabola della diffusione: scritti da personaggi illustri”, raccoglie edizioni del Settecento e dell’Ottocento.
Tra i testi esposti i Diari di Napoleone a Sant’Elena e un opuscolo di Voltaire.
Una sottosezione raccoglie gli scritti relativi al prosciugamento del lago Fucino, redatti dai protagonisti dell’impresa: De Robert, De Rotrou e Brisse.
L’ultima sezione, “Pagine & Pagine”, comprende il Novecento fino alle ultime evoluzioni del sapere.
Il percorso “Attraverso le pagine” si snoda in lingue diverse: dal geroglifico, al cuneiforme, dal copto all’arabo, dal greco al latino, dal volgare all’italiano, dal francese all’inglese.
«Le sezioni della mostra», spiega Flavia De Sanctis, presidente dell’associazione Antiqua, «evidenziano la storia e l’arte dello scibile umano, in un percorso affascinante di cultura popolare e colta che racconta la vita del mondo, utilizzando il papiro, la pergamena, la carta stampata e infine l’elettronica».
«L’iniziativa», commenta Maurizio Fallace, direttore generale del ministero per le biblioteche e gli istituti culturali, «costituisce un momento significativo tra le attività di promozione e valorizzazione di un patrimonio tanto prezioso quanto poco conosciuto, quali i rari manoscritti e i magnifici esemplari della Biblioteca del convento di Santa Maria di Celano».

ECCO I BRIGANTI
Di grandissimo interesse è poi la mostra sul brigantaggio nel Mezzogiorno dopo l’Unità d’Italia, allestita con i documenti in parte provenienti dal Museo di Sante Marie, in parte, tra cui la pregevole collezione di fucili antichi, forniti da Gianvincenzo Sforza di Celano.
Brigantaggio che affondava le radici nelle secolari condizioni di miseria delle popolazioni meridionali.
Scrisse nel 1863 Giuseppe Massaro, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta: «Il brigantaggio è la protesta brutale e selvaggia della miseria contro le antiche e secolari ingiustizie».
Il governo italiano invece di provvedere a eliminare le cause di questo fenomeno, lo represse nel sangue, impiegando addirittura l’esercito.
Le altre due mostre ospitate nell’auditorium espongono l’una le opere dell’artista marsicano Domenico Colantoni e l’altra le maschere della commedia greca (fliaciche) ricostruite dal pittore-scenografo beneventano Ezio Flammia.

OMAGGIO A MORAVIA
La mostra di Colantoni vuole essere un omaggio ad Alberto Moravia, il grande scrittore al quale l’artista fu legato da profonda amicizia e che ritrasse in vari dipinti, cogliendone il gusto dello sberleffo.
«In un’intervista», ricorda Renzo Paris, «Moravia disse che i ritratti di Colantoni superano per bellezza tutti quelli che aveva collezionato, da quello di Paolucci a quelli di Guttuso a quello di Schifano».
Di grande suggestione sono le maschere esposte da Flammia. «Lo spettatore», osserva Beatrice Premoli, responsabile del Teatro laboratorio del Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, «può vedere riflesse su quei volti grotteschi le proprie angosce più antiche e assillanti».
L’Auditorium “Enrico Fermi”, un ex edificio scolastico destinato all’abbattimento che diventa un punto di riferimento per la cultura abruzzese.
Il merito va a quei celanesi che hanno creduto in questo progetto e alle istituzioni che li hanno assecondati.