LA SENTENZA

Trasporti, condannato per il portale fantasma

L’imprenditore marsicano Vittorio Forte dovrà risarcire la Fira di 301mila euro. La sezione d’appello della Corte dei conti: «Fatture false per ottenere i fondi»

L’AQUILA. Trecentomila euro di fondi pubblici spesi per realizzare un portale che non è mai entrato in funzione. E che avrebbe dovuto rappresentare il trait d’union tra le aziende del ramo spedizioni e i privati interessati al servizio. Cliccando su www.trasportabruzzo.it, infatti, ancora oggi non si trova alcun sito, per il quale invece, sono stati erogati fondi europei del Docup per lo “Sviluppo di progetti pilota”. Per questo Vittorio Forte, di Avezzano, dovrà restituire 301mila alla Fira, come ha deciso la seconda sezione di appello della Corte dei conti, che ha confermato integralmente la condanna per danno erariale inflitta all’imprenditore marsicano dalla sezione giurisdizionale per l’Abruzzo nel 2012.

I fatti risalgono al 2003 quando Forte, in qualità di legale rappresentante dell’agenzia di pubblicità e marketing Viga srl,,aveva e ottenuto un finanziamento regionale e comunitario per la realizzazione del portale web. La questione non era sfuggita alla Guardia di Finanza e alla Procura di Pescara, che aveva aperto un’indagine per truffa aggravata in erogazioni pubbliche, ricostruendo tutti i vari passaggi dell’operazione, a partire dal marzo del 2003, quando Forte aveva presentato alla Regione l’istanza per chiedere il finanziamento. La spesa era interamente a carico della Regione, che sarebbe rimasta titolare del portale. A novembre dello stesso anno, la Fira aveva autorizzato un anticipo del 50%. A marzo del 2005 Forte aveva presentato la richiesta di saldo, allegando diverse fatture e una perizia giurata con la quale un tecnico, (anch’egli finito nel mirino della Corte dei conti e assolto sin dal primo grado), aveva attestato che l’intervento era stato completamente realizzato.

Secondo la Guardia di Finanza, invece, alcune delle fatture presentate per ottenere l’erogazione del contributo erano da ritenere false poiché relative a operazioni inesistenti. In particolare, il legale rappresentante delle due società che avevano emesso i documenti, aveva riferito che due fatture (del valore di 50mila euro), erano state rilasciate senza che il lavoro fosse stato eseguito, dietro un “compenso” di 15mila euro. Un giochetto facile, che probabilmente non sarebbe mai stato scoperto nella galassia magmatica dei fondi europei, se solo quel portale fosse entrato in funzione In appello. Forte si è difeso sostenendo «l’erroneità della premessa secondo la quale il progetto non sarebbe stato attuato», si legge in atti, «mentre la mancata utilizzazione è dipesa, a suo avviso, dalla regione Abruzzo, la quale, al momento dell’erogazione del saldo, è divenuta titolare dell’opera». Argomenti che non hanno affatto convinto i giudici amministrativi, che lo hanno condannato.