Tremila poveri in più in un anno

Aumento del 7,2% in Abruzzo, Pescara la provincia in condizioni peggiori

PESCARA. Aumentano i poveri in Abruzzo: se nel 2010 erano circa 30mila coloro che hanno chiesto aiuto ad enti come mense, associazioni di volontariato e parrocchie, nel 2011 la cifra è salita a quasi 33mila, con un incremento del 7,2%. Sono questi i numeri delle persone assistite in tutto l'Abruzzo dal Banco alimentare, alla vigilia della quindicesima Giornata Nazionale della colletta alimentare, che si svolgerà sabato, in 200 punti vendita della regione. In un contesto di crisi generale, cresce, quindi, anche in Abruzzo, il numero degli indigenti.

Se in passato, però, erano principalmente i migranti ad aver bisogno di aiuto, oggi, a detta degli operatori del settore, sono soprattutto le famiglie italiane a richiedere assistenza. Dai dati del Banco alimentare emerge che la provincia con più poveri è quella di Pescara, dove gli indigenti sono 15.291, seguita da Chieti (8.502), Teramo (6.157) e L'Aquila (2.970). Lo scorso anno, la onlus è riuscita a raccogliere e a consegnare ai bisognosi oltre 1.707 tonnellate di prodotti, distribuiti su tutto il territorio regionale attraverso una rete di 193 strutture convenzionate.

Proprio per rispondere al problema povertà, sabato prossimo, tornerà anche in Abruzzo, per il quindicesimo anno consecutivo, la Colletta alimentare promossa a livello nazionale dal Banco alimentare. In tutta la regione sono oltre duecento i punti vendita in cui sarà possibile acquistare generi alimentari da donare ai più bisognosi.

L'iniziativa coinvolgerà oltre duemila persone, tra volontari del Banco, scout, parrocchie, alpini, dame vincenziane, operatori della Caritas, studenti e semplici cittadini. L'appuntamento con le ormai consuete buste e pettorine gialle è di fronte a centri commerciali, supermercati e piccoli negozi alimentari. Lo scorso anno, in una sola giornata, sono state raccolte ben 217 tonnellate di alimenti.

«La Colletta», dice il direttore del Banco alimentare dell'Abruzzo, Cosimo Trivisani, «col tempo è diventata una festa per tutti, un gesto educativo sia per noi che la organizziamo, che per chi vi partecipa».

Se però l'iniziativa si esaurisce in un giorno, l'idea è quella di lanciare un segnale per un comportamento che sia adeguato tutto l'anno, soprattutto in materia di sprechi alimentari.

«La sensazione, purtroppo», afferma il presidente della onlus, Luigi Nigliato, «è che lo sperpero non diminuisca. Spesso le aziende tendono anche a mascherarlo, ma lo spreco c'è, in tutto il circuito di produzione».

Una risposta al problema è il progetto Siticibo, avviato proprio dal Banco Alimentare, con grandi risultati, in alcune città italiane. L'iniziativa prevede il recupero, dalla ristorazione organizzata, di cibo cucinato ma non servito, alimenti freschi come frutta e verdura, pane e dolci, che nel giro di poche ore vengono consegnati e consumati nelle strutture convenzionate. «Nel 2012 contiamo di partire anche in Abruzzo», conclude Nigliato, «ma servono risorse».

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