Troppo sudore, a Teramo l'intervento innovativo per risolvere il problema

Una ventenne di Campli operata nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale di Teramo, l’unico in Italia che applica una tecnica finora sperimentata solo negli Usa per eliminare l’iperidrosi

TERAMO. Ha convissuto sin dalla nascita con una patologia non grave, ma che le ha creato forti problemi nella vita sociale. Una sudorazione eccessiva, soprattutto sulle mani ma anche sulle ascelle, può creare problemi relazionali. Ma da ieri è solo un ricordo.

Roberta De Cicco, 20 anni di Campli, a un certo punto ha deciso di risolvere il suo problema. Studia alla facoltà di Lingue per impresa ad Urbino e non ha avuto difficoltà a cercare notizie su internet sull’iperidrosi, la sudorazione eccessiva. Alla fine ha scoperto che ci sono interventi che l’avrebbero liberata dalle mani perennemente umide. E’ andata dal medico di famiglia, a Campli, e gli ha chiesto di informarsi su dove potesse operarsi. E la fortuna le ha arriso: il medico ha scoperto che proprio a Teramo la divisione di chirurgia toracica effettua interventi per questa patologia. Una tecnica particolare, che nessuno applica in Italia e che in tutto il mondo viene sperimentata solo negli Usa.

IL RACCONTO. Roberta De Cicco ieri mattina si è sottoposta all’ultimo dei due interventi. L’abbiamo incontrata a mezzogiorno: era già in forma e contentissima di poter dare la mano senza doversela asciugare prima. «E’ un problema che avevo da sempre», racconta la studentessa, «ma che ha cominciato a pesarmi ai primi anni delle superiori, quando i miei amici di dicevano “Hai le mani gelate” oppure “Sono appiccicaticce”. Soprattutto d’estate era terribile, a volte quasi mi gocciolavano. Avevo problemi persino agli esami: quando il professore mi stringeva la mano era imbarazzante». Andava un po’ meglio per la sudorazione delle ascelle: «Avevo trovato un prodotto che blocca la traspirazione, ma mi bruciava e dovevo metterlo spesso». Da qui la ricerca su internet. «Ho trovato terapie con ionoforesi e con botulino, ma non sono definitive», racconta, «e poi l’intervento chirurgico. Non ho avuto dubbi. Sulle prime i miei genitori hanno cercato di convincermi a fare terapie meno radicali, ma io ero determinata».

GLI INTERVENTI. E’ il sistema ortosimpatico, che corre proprio accanto alla colonna vertebrale, che sovrintende alla sudorazione. «Nel centro di riferimento regionale per la videochirurgia toracoscopica mini-invasiva situato nel reparto di cirurgia toracica del Mazzini», spiega Roberto Crisci, primario del reparto, in convenzione con l’università dell’Aquila, «effettuiamo la terapia chirurgica per l’iperidrosi. Si tratta di un intervento effettuato in videoendoscopia». Si effettua un piccolo foro da un centimetro e mezzo sul torace e si arriva vicino alla colonna vertebrale. «E qui sta il grande pericolo», spiega Crisci, «si lavora infatti vicino alla colonna e al midollo osseo. L’originalità e l’unicità della tecnica da noi usata consiste nell’utilizzo, per la prima volta in Italia, di un complesso sistema ad alta tecnologia che permette di tagliare, coagulare e dissecare.

Il dispositivo è composto da un generatore, un manipolo con una bacchetta, un sistema di lame e un pedale». L’intervento ieri ha risolto il problema sulla parte destra del corpo, un mese fa era stato eseguito per la sinistra. «Sono interventi che durano all’incirca un’ora e mezza», spiega l’aiuto, Duilio Divisi, «recidendo il nervo si elimina il problema. Ma bisogna stare particolarmente attenti a preservare il vicino ganglio stellato, se inavvertitamente leso può causare una ptosi palpebrale, cioè l’abbassamento della palpebra. Per questo la tecnica da noi adottata è sicura: l’utilizzo di un normale elettrobisturi, anche solo con lo shock elettrico o con il calore, può causare danni». Roberta De Cicco, con tutta probabilità, sarà dimessa domani.