Turismo, -40% in Abruzzo. Federalberghi: "Serve una sterzata"

Giovannelli: giugno è andato male, occorre promozione vera: via i campanili, sì all’alleanza pubblico-privato

PESCARA. Condizioni meteo fino ad oggi sfavorevoli, situazione del mare, tra divieti di balneazione e condizioni ambientali, quantomai incerta, servizi rimasti indietro, infrastrutture da ristrutturare, una situazione socio-economica che non aiuta. Sono i punti dai quali parte l’analisi critica di Giammarco Giovannelli, presidente regionale Federalberghi, su questo primo scorcio d’estate e sulle prospettive della stagione.

Un’analisi da cui partire con spirito costruttivo con un rinnovato senso di condivisione da parte di imprenditori e amministratori pubblici. «Il mio non vuole essere il solito appello che spesso e volentieri si lancia coscientemente nel vuoto per poi poter dire “io l’avevo detto”. No, è già troppo tardi e lo sapevamo che sarebbe andata a finire così. Ora occorre tendere alla solidarietà condivisa attraverso progetti seri e la collaborazione degli enti locali, una “svolta” che è possibile effettuare grazie agli ultimi due governi regionali», afferma il rappresentante degli albergatori.

Il riferimento agli ultimi due governi regionali è relativo alle legge 15 sulle Dmc, cioè quelle strutture messe in rete da privati e finalizzate a programmazione, promozione ed investimenti.

Giovannelli, ai primi di luglio, qual è la situazione sulle presenze turistiche in Abruzzo?

«Drammatica, perdiamo il 50 per cento dei turisti rispetto alla stagione scorsa. Qualcosain meno negli stabilimenti balneari, ma diciamo che alla fine la media oscilla sempre tra -35/45 per cento».

E le previsioni che cosa dicono?

«E’ troppo presto. Contiamo su una ripresa perché l’estate dal punto di vista meteorologico deve iniziare. Per noi questa dovrebbe essere la stagione della conferma degli anni precedenti. Ma finora...».

Quanto incide la situazione ondivaga dei divieti di balneazione?

«E’ una tristissima pagina sulla scarsa programmazione regionale degli ultimi vent'anni, e sottolineo venti, in relazione all'ordinaria e straordinaria manutenzione e a un progetto di adeguamento delle infrastrutture sensibili in concomitanza con l'incremento turistico e abitativo. L’economia turistica non si può gestire come è stata gestita fino ad oggi, C'è un esercito di circa 900 albergatori che ha fatto del turismo una scommessa di vita: è arrivato il momento di decidere e di tacciare definitivamente i millantatori che hanno saputo solo teorizzare e che nella loro dissattenzione hanno danneggiato questo sistema».

Prego, può fare nome e cognome.

«Mi riferisco a chi non ha saputo gestire i depuratori, l'erosione marina, ci ha portato al sottodimensionamento dell’aeroporto, al degrado urbano, all’inefficienza dell’accoglienza turistica. Non abbiamo budget importanti per stabilire azioni promozionali. Oggi ci sono gli investimenti inseriti nel Masterplan, gli Open Day summer e winter, e le Dmc rappresentano l'unico modo per evitare di fare scatti in avanti a “macchia di leopardo” come è stato fatto nel passato sperperando miglia di euro. E ai sindaci che non fanno squadra e pensano di gestire il turismo a livello campanilistico, non riconoscendo la validità di una programmazione omogenea, dico che è arrivato il momento di decidere. Altrimenti, spiegassero perché preferiscono conservare questo sistema».

A voi operatori turistici-alberghieri viene però rimproverato dai sindacati, in particolare dalla Cgil, di fare un uso-abuso dei voucher lavorativi e svantaggio dei contratti più lunghi. Anche questa è economia?

«Sui voucher non posso difendere gli indifendibili, coloro che ne fanno un abuso. Ma dico anche che aiutano tanto le aziende se utilizzati nel loro spirito, e che consentono l'avvio di esperienza professionali di cui c’è tanto bisogno e che sono fondamentali per i giovani, che altrimenti si avvicinano tardi al lavoro». (a.mo.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA