CHIETI

Ubi Banca: «Esuberi in Carichieti»

L’istituto annuncia tagli anche in Banca Etruria e Banca Marche «ma senza licenziamenti». Oggi incontro con i sindacati

CHIETI. Ubi Banca prepara una drastica cura dimagrante per le good bank Carichieti, Banca Etruria, Banca Marche, rilevate mercoledì dal fondo di risoluzione per 1 euro. L'istituto guidato da Victor Massiah ha annunciato l'intenzione di tagliare circa un terzo dei 4.800 dipendenti complessivamente nei tre istituti, Entro il 2020 se ne andranno 1.569 dipendenti e chiuderanno 140 filiali, portando il totale degli esuberi previsti nel piano di Ubi, aggiornato per tener conto delle acquisizioni, attorno alle 4 mila unità (di cui 2.170 avranno accesso al fondo di solidarietà), solo in parte compensanti da 900 assunzioni (che si aggiungono alle 200 già fatte nel 2016). Il consigliere delegato ha parlato di tagli «inevitabili» sottolineando come i tre istituti «giungono da un contesto di grande crisi» e necessitano «inevitabilmente» di una ristrutturazione che deve incidere «sulla struttura dei costi». Massiah ha però rivendicato «la volontà di non fare alcun tipo di licenziamento» gestendo gli esuberi (di cui 530 già oggetto di accordo sindacale) con «esodi volontari, cessioni di attività o in altri modi» che verranno concordati con i sindacati (oggi è in programma un primo incontro a Milano) così da gestire le eccedenze «in maniera civile, ordinata e rispettosa». L'obiettivo di cost-income al 52% «ci fa temere che ci sia la volontà di ridurre progressivamente il salario dei lavoratori, ipotesi per noi insostenibile dopo anni di grandi sacrifici» ha detto Andrea Battistini, coordinatore della First Cisl in Ubi, chiedendo una gestione degli esuberi solo su base volontaria. Dall’Abruzzo Francesco Trivelli (Fisac Cgil), invita a non leggere in maniera troppo allarmistica il piano industriale: «Sappiamo che la situazione è delicata e che ci sono sovrapposizioni da sanare e una riorganizzazione da portare avanti. Ora si tratta solo di capire la vera portata dell’annuncio». Per Alessandro Roselli (Uilca), «Sono numeri che ci lasciano molto perplessi, perché veniamo da accordi che, almeno nell’orizzonte del piano 2017-2019, realizzano le economie di costo che si attendevano. È chiaro che andrà fatta una valutazione di merito. Noi ci auguriamo che Ubi Banca continui a mantenere buone relazioni industriali come da tradizione. E pretendiamo che qualsiasi sacrificio non dovrà pesare solo sul personale».
Ubi, che ha chiuso il trimestre con un utile di 67 milioni (+59,4% sul 2016) nonostante una nuova svalutazione di 13,5 milioni del fondo Atlante, ha aggiornato i target del piano industriale, con la previsione di un utile di 1,12 miliardi al 2020, grazie anche a un contributo «superiore» ai 100 milioni dalle tre banche, e la promessa di destinare a dividendo il 40% dell'utile ordinario. Quanto all'aumento da 400 milioni a sostegno dell'acquisto delle good bank, Ubi intende procedere «il più velocemente possibile», compatibilmente con le autorizzazioni necessarie, così da approfittare del sereno sui mercati. L'aumento si farà entro l'estate. (cr.re.)
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