Un Letta per ogni stagione

Prima Gianni, poi figli e nipoti, ora Maria Teresa numero due di Croce Rossa Italiana...

AVEZZANO. La nomina di Maria Teresa Letta a vice presidente nazionale della Croce Rossa, è il giusto riconoscimento al suo trentennale impegno nell'associazione di volontariato. Un lavoro portato avanti con tenacia, qualità che la professoressa Letta confida di avere ereditato dai genitori. E che, a vedere bene, si può riscontrare anche nei suoi fratelli.

La famiglia Letta, che tanto lustro ha dato alla Marsica, è originaria di Aielli. Il capostipite, Luigi Letta, faceva l'esattore. Dal matrimonio con Luisa Ranalletta, erano nati otto figli. Una famiglia numerosa, andata incontro a un destino crudele. Il terribile sisma, che la mattina del 13 gennaio 1915 rase al suolo Avezzano, non risparmiò neppure Aielli. La casa di Luigi Letta crollò. La moglie, Luisa, e tre figlie, rimasero sotto le maceri. Gli altri figli si salvarono, perché si trovavano in collegio, a Tivoli.

Tra i sopravvissuti c'era anche Vincenzo. Aveva 12 anni. Laureatosi in giurisprudenza all'università di Roma, iniziò il praticantato presso lo studio legale De Vincentiis, ad Avezzano. Tra Vincenzo e la figlia dell'avvocato De Vincentiis, Maria, fu amore a prima vista. I due, nel 1931, si sposarono e misero al mondo, anche loro, otto figli: Luigi, Gianni, Giorgio, Maria Teresa, Corrado, Francesca Romana, Cesare e Adriana. A seguire le orme paterne, è stato solo il primogenito, Luigi, che oggi a Milano fa l'avvocato e il dirigente Assitalia.

Gianni ci ha provato, ma ha capito subito che non era tagliato per la carriera forense. Il suo sogno era fare il giornalista. Metterà così da parte i codici e inizierà a fare il corrispondente dall'Aquila del Tempo. Ma il suo talento lo porterà lontano. Diventerà prima responsabile amministrativo e, alla morte di Renato Angellilo, nel 1973, direttore del quotidiano romano. Aveva 38 anni. Carica che manterrà per 14 anni. Nel 1994, dopo la vittoria elettorale alle Politiche di Forza Italia, Silvio Berlusconi lo ha voluto come sottosegretario alla presidenza del consiglio. Incarico che manterrà nei quattro governi di centrodestra. Abile nell'arte della mediazione e nel tessere una rete di rapporti e amicizie trasversali, qualità che lo accostano a un altro grande abruzzese, Giulio Mazzarino, Gianni Letta è diventato il consigliere più ascoltato di Berlusconi. E anche l'interlocutore privilegiato dalle opposizioni. Discreto, riservato, ha gestito, tra l'altro, la trattativa per la liberazione delle due Simona e di Giuliana Sgrena. Quando, nel dicembre 2011, ha deciso di farsi da parte, per «lasciare spazio ai giovani», il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sentito il dovere di esaltarne «la sensibilità, la competenza e lo spirito di servizio, con cui ha contribuito a mantenere vivo il rapporto tra presidenza della Repubblica e governo».

Da sottolineare il notevole contributo dato da Gianni Letta, in questi tre anni, alla rinascita dell'Aquila. Nonostante i prestigiosi incarichi governativi, Gianni Letta non ha mai preso la tessera di Forza Italia o del Pdl. Il figlio di Gianni, Giampaolo Letta, è vice presidente e amministratore delegato della Medusa Film, la casa di produzione cinematografica che fa capo alla famiglia Berlusconi. Il nipote di Gianni, e figlio di Cesare, Enrico Letta, è stato sempre un uomo di partito, sul fronte politico opposto, quello del centrosinistra. Responsabile economico per alcuni anni del Pd, ha sostituito lo zio nel ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Prodi. Convinto europeista, attualmente è vice segretario del partito e, se dovesse vincere il centrosinistra, potrebbe diventare ministro.

Altri due fratelli, Giorgio e Cesare, alla politica hanno preferito la scienza. Giorgio, padre di Enrico, è un insigne matematico. Insegna calcolo delle probabilità all'università di Pisa e ha scritto numerosi trattati. E' inoltre socio dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze. Cesare è un archeologo di fama mondiale. Docente di Storia romana, nell'università di Pisa, è stato definito uno «scienziato del mondo antico». Dal '69 all'89 ha condotto gli scavi di Amplero, nel territorio di Collelongo, che hanno portato alla luce numerosi reperti del periodo romano. Ha promosso inoltre una campagna di ricerche epigrafiche nella Marsica e pubblicato opere di grande interesse scientifico. Dal 2005 è direttore della rivista Studi classici e orientali, promossa dall'università di Pisa.

Impegnati nel sociale sono Maria Teresa e Corrado. Maria Teresa, ex docente di francese allo Scientifico di Avezzano, martedì scorso, è stata eletta vice presidente nazionale della Cri. La proclamazione è prevista per venerdì prossimo La Letta è nella Cri dal 1985. Prima come presidente del comitato di Avezzano e successivamente di quello regionale. Da responsabile regionale, si è trovata a fronteggiare l'emergenza del dopo terremoto all'Aquila. Ha diretto l'Interporto di Avezzano, diventato base logistica per gli aiuti ai terremotati. E, con i fondi (13 milioni), raccolti dalla Croce rossa mondiale, contribuito alla ricostruito a Onna e San Gregorio; e ha costruito 5 ambulatori, tre centri civici, una casa di riposo a Navelli, due ambulatori di riabilitazione, e acquistato un macchinario per la lavorazione del sangue, donato al Centro trasfusionale dell'ospedale San Salvatore dell’Aquila. Corrado è in giro per il mondo, come consigliere di organismi attivi sul fronte della cooperazione. Attualmente si trova in Malesia. Il suoi amici lo chiamano il "novello Lawrence. Il suo libro «Corea, dal microcosmo alla globalizzazione», ha avuto un grande successo. Le altre due sorelle, Francesca Romana e Adriana, si sono date all'insegnamento. Ad Avezzano vivono solo Maria Teresa e Francesca Romana. Gli altri fratelli sono sparsi per l'Italia.

Ma la famiglia Letta è rimasta sempre molto unita, ritrovandosi nelle ricorrenze più significative. Forte anche il legame con il paese d'origine, Aielli, che nell'estate scorsa ha attribuito a Gianni la cittadinanza onoraria. Il padre, Vincenzo, che era scampato al terremoto, dopo la ricostruzione, ne diventò podestà. Nel 1970, l'avvocato Vincenzo è morto. I figli si sono allora stretti ancor di più intorno alla madre, che viveva nella stessa palazzina di Maria Teresa. Le telefonavano continuamente e, appena potevano, andavano a trovarla. Nel 2004, è scomparsa anche Maria De Vincentiis, una donna forte, che si è dedicata interamente alla famiglia. Allevare otto figli non è stato certo un compito facile.

«Mia madre», ricorda Maria Teresa Letta, «è stata una grande donna. I valori morali, umani e religiosi, che ci ha inculcato, hanno forgiato il nostro carattere. Le caratteristiche che ci accomunano sono l'impegno e il lavoro. Crediamo in quello che facciamo e lo portiamo avanti con convinzione.Tra noi fratelli, sorelle e nipoti», confida, «non ci sono state mai ombre. Ci rispettamo e ci vogliamo bene. Con Gianni ed Enrico, che hanno preso molto a cuore il problema della ricostruzione dell'Aquila, ci vediamo spesso. Hanno molto del carattere di mio padre. Entrambi sono pacati e riflessivi. Con gli altri fratelli, vivendo lontano, ci vediamo di rado. Ma ci teniamo costantemente in contatto per telefono» .

©RIPRODUZIONE RISERVATA