vino e territorio

Un lungo fine settimana con Cantine Aperte

Ecco le cantine aderenti che da sabato 30 organizzano degustazioni e visite in vigna, alcune resteranno aperte anche per il ponte del 2 giugno

Se il vino è anche territorio, come si sente ripetere a ogni convegno enoico, che cosa può esserci di meglio di un incontro con il vino nei luoghi in cui viene prodotto? È questo lo spirito di Cantine aperte, la manifestazione del Movimento Turismo del vino che torna anche in Abruzzo per il 22° anno nel fine settimana di maggio, sabato 30 e domenica 31 (con una coda l’1 e 2 giugno in alcune cantine), coinvolgendo nella regione 41 cantine (sono 730 in Italia) nelle tre province di Chieti, Pescara,Teramo. Cantine Aperte è l’evento enoturistico più importante in Italia e, nel tempo, oltre ad arricchire la lingua italiana con un paio di neologismi (“enoturista”, “enoturismo”) è diventato uno stile di viaggio, di scoperta dei territori e di racconto del vino italiano che ebbe come battistrada, in anni in cui il vino era ancora un alimento più che una moda o una cultura, un grande scrittore e amante di Bacco come Mario Soldati , autore, di un testo indispensabile per inquadrare storicamente l’Italia enologica: “Vino al vino”. «Sicuramente per noi produttori Cantine aperte è un evento molto positivo», spiega Nicola D’Auria , presidente del Movimento Turismo del vino in Abruzzo, «perché nei due giorni della manifestazione riusciamo ad avere un contatto diretto con il consumatore finale, il quale a sua volta riesce finalmente a identificare chi c’è dietro una bottiglia spesso anonima di vino». Un contatto che puà rivelarsi molto utile dal punto di vista commerciale: «Spesso vengono persone da fuori regione», spiega D’Auria, «oppure enotecari, a volte in incognito, e Cantine aperte diventa un ottimo biglietto da visita che permette di sviluppare rapporti, contatti, spedizioni di prodotto». Un aspetto non trascurabile è il lavoro che c’è dietro l’evento e che va al di là della buona annata da degustare. Partecipare a Cantine aperte vuol dire anche presentare la propria azienda e renderla accogliente per un pubblico di turisti prima che di appassionati di vino: «Non è facile per una cantina aprire le proprie porte ai visitatori», sototlinea infatti D’Auria, «e non tutti sono in grado di farlo. Per molte è un sacrificio, perché comporta organizzazione in termini di personale, significa avere la cantina predisposta all’accoglienza, programmare degustazioni non solo di vino ma di prodotti tipici locali. Non tutte le cantine hanno strutture adatte. Per questo noi del Movimento turismo giriamo, visitiamo le strutture e diamo un certificato di qualità. Negli anni però il movimento sta crescendo e crescono le adesioni. Ormai turismo e vino è un binomio vincente ed è una sfida per tutto il settore». Impossibile rendere conto in maniera completa dei programmi legati al fine settimana nelle 41 cantine abruzzesi (per avere informazioni potete visitare il sito www.movimentoturismovino.it/abruzzo o i siti delle singole cantine aderenti. Ci sono cantine che si limitano a organizzare degustazioni di vino, altre organizzano degustazioni guidate di olio extravergine, mieli, formaggi tipici, salumi, pani, street food. In alcune cantine si fa anche musica o teatro o si aprono spazi per mostre d’arte e convegni. Tra le iniziative nazionali legate a Cantine aperte va segnalata quella che unisce vino e foto con il concorso che abbina l’esperienza in cantina agli scatti su Instagram “Bevi cosa Vedi”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA