Un pescarese a Hollywood Sul sangue finto di De Vito c’è il graffio di Panzieri

Un ragazzo di 24 anni è il mago degli effetti speciali «Il mio viaggio alla conquista del sogno americano»

PESCARA. Zero-otto-cinque. Francesco Panzieri, 24 anni, «sognatore romantico con la testa sulle spalle», mette il timbro di Pescara sui film di Hollywood. Come? «Sono un visual effects artist». Tradotto dal linguaggio delle star del cinema, il lavoro di Panzieri, gomito a gomito con Danny De Vito, è aggiungere effetti speciali ai film: «Come l’uso eccessivo di sangue finto che tanto piace negli Usa», rivela Francesco, partito da via Cadorna e sbarcato a Rodeo drive.

Dietro le quinte di «Clash of titans» con Gemma Arterton, «The blood factory» con Danny De Vito, «All about Steve» con Sandra Bullock, c’è anche la mano di Francesco Panzieri che muove il mouse per afferrare un attore dal set e metterlo sulla scena.
All’ombra della collina di Hollywood la vita di questo pescarese in America, emigrante della modernità alla ricerca dell’Eldorado, scorre a bit, secondo l’unità di misura dell’era digitale. I suoi minuti sono scanditi dal rumore del dito che batte sulla tastiera del computer.

Il rumore, ratatatà come la chitarra-fucile di Gianni Morandi, è lo stesso di sedici anni fa: Francesco, a otto anni, passa ore e ore davanti al computer per giocare ai videogame. Partita dopo partita, conduce per mano l’idraulico Mario Bros fino al suo obiettivo dichiarato: battere il perfido Bowser per riportarsi a casa la principessa Peach rapita con l’inganno. Ma saltare sui funghi delle piattaforme di casa Nintendo, inventate da Shigeru Miyamoto, non è la sua ambizione da rincorrere: «Amo gli sparatutto di importazione Usa», così racconta Panzieri, 24 anni.

I GIOCHI DI LUCAS I videogiochi dell’infanzia sono, quindi, firmati George Lucas, il creatore della saga di «Guerre Stellari». «Lucas? Il mio eroe e modello, i giochi sono basati sui suoi film e su avventure immaginarie come la saga di “Monkey Island”. I videogiochi di Lucas mi sono serviti da stimolo per quella curiosità che mi ha portato a fare il lavoro di oggi. Quali giochi? Gli sparatutto ambientati durante la Seconda guerra mondiale come Wolfenstein 3d hanno fatto sì che il mio approccio ai libri di storia e a quei fatti fosse più attraente e partecipe». È il germe del cinema che si impossessa della sua mente.

PANE E FANTASCIENZA Pane e telefilm ispirati alla vita americana, nutella e film di fantascienza, libri e computer. L’era di «Ghostbuster», gli acchiappafantasmi con base a New York, contagia Francesco. Il cinema diventa un chiodo fisso: un sogno, però, che si può raggiungere. Francesco si iscrive così all’Accademia dell’immagine dell’Aquila, corona il sogno di incontrare Francesco Rosi, il regista di «Le mani sulla città», Ennio Morricone e Michele Placido. Dopo la laurea, ci vuole coraggio: comincia l’american dream con un master di un anno alla New York film academy in animazione 3d ed effetti speciali: «Un’esperienza favolosa vissuta da newyorkese». Da New York a Los Angeles: Panzieri entra negli studios della Flash Film Works di William Mesa.

IL SOGNO AMERICANO Il sogno americano è fotografarsi con la collina di Hollywood alle spalle sapendo di essere parte del meccanismo del cinema. Oppure fare la spesa accanto ai vip in cerca di succhi di frutta dietetici e barrette energetiche. «Ho la fortuna di lavorare fianco a fianco con Danny De Vito: è una delle persone più simpatiche che abbia mai conosciuto. Mantiene fieramente le sue origini italiane rivelando la nostra gestualità tipica quando parla. Mi ha regalato pure una bottiglia di limoncello prodotto con i limoni di Sorrento delle terre che possiede in Campania.

Durante le sue ultime vacanze natalizie a Berlino», racconta Panzieri, «si è fotografato il proprio piede di fronte a tutti i monumenti e ha messo su Internet la foto di un pezzo del muro di Berlino legato al suo piede! Los Angeles vive di cinema, è piena di star: puoi ritrovarti a fare la spesa con Halle Berry o a fare surf con Matthew McConaughey».

Francesco in California passa il suo esilio lavorativo. C’è il suo timbro di artista del computer dietro «Clash of titans»: «Si tratta del remake dell’omonimo film del 1981 con Ursula Andress, Laurence Olivier e Maggie Smith. Nel cast ci sono attori del calibro di Liam Neeson, Ralph Fiennes, Sam Worhtington e Gemma Arterton, una delle Bond girl del 2007. È la storia di Perseo pronto a salvare la propria famiglia e il mondo dalla furia distruttiva di Ade, signore degli inferi, fratello di Zeus».

«ESTRAGGO GLI ATTORI» «Io lavoro come rotoscope and paint artist: estraggo digitalmente tutti gli attori dal set per riposizionarli in ambienti o sfondi come mare e cielo completamente diversi. Lavorando fotogramma per fotogramma, ho il dovere di pulire digitalmente - dipingendo con il mouse - ogni singolo artificio della pellicola come la polvere entrata nel telecinema durante la scansione o riflessi della luce sull’acqua dell’oceano che il regista, il visual effects supervisor e il direttore della fotografia non vogliono vedere».

È la fase finale del film: «Lavoriamo con enorme pressione sulle spalle da parte di Londra che ha bisogno di vedere in real time i nostri progressi poichè l’uscita del film è prevista tra meno di un mese e mezzo».
«The blood factory» invece è una serie in streaming su Internet creata da John Albo e De Vito: «Sono esilaranti cortometraggi di 5/7 minuti che consiglierei a tutti di vedere perché sono davvero divertenti. Sono creati seguendo la tecnica dello splatter cut, ovvero un tipo di montaggio con violenza grafica e uso eccessivo di sangue finto che tanto piace ultimamente qui a Hollywood. Noi alla Flash Film Works abbiamo lavorato su quasi tutti gli effetti della serie: Devito si affida a noi per via dell’amicizia con il nostro boss».

LA FAMIGLIA Dietro il successo di un ragazzo di 24 anni ci sono le spalle della famiglia: «Mio padre e mia madre sono dei genitori perfetti, devo moltissimo a loro se ora lavoro a Hollywood. Vorrei incoraggiare tutti gli altri genitori ad avere con i propri figli la stessa fiducia e lo stesso coraggio che i miei hanno avuto nell’assecondare i sogni e le mie scelte».