Via libera all'aumento Irpef dell'1,73%

Il bilancio approvato in commissione, bocciato l'emendamento del Pd

PESCARA. La prima commissione permanente del consiglio regionale, presieduta da Emilio Nasuti, ha approvato, ieri sera, il bilancio e la finanziaria regionali, che approderanno in aula il prossimo 29 dicembre.
Tra le novità, una riguarda i provvedimenti che mirano, in teoria, a ridurre i costi della politica. E' stato approvato un emendamento (presentato da consiglieri regionali Emilio Nasuti, Emiliano Di Matteo e Federica Chiavaroli) che consente al consigliere regionale, che ne ha acquisito il diritto, di rinunciare al vitalizio.
L'aumento dell'Irpef è stato uno degli oggetti della discussione in commissione. Nell'articolo 8 della legge finanziaria, che la giunta regionale vuole portare in consiglio il 29 dicembre, insieme al bilancio preventivo 2012, si fa riferimento all'Irpef (l'imposta sui redditi) e si legge: «Le parole per cui nel decreto legislativo nº 446 del 1997 l'Irpef è fissata all'1,4%, sono sostituite dalla parole "l'imposta è determinata applicando all'aliquota di base, stabilita dalla legge dello Stato, la maggiorazione di 0,5 punti percentuali"». Tenendo conto che l'aliquota di base inserita nella manovra del governo Monti, varata ieri anche dal Senato, è dell'1,23% e calcolando la maggiorazione dello 0,5% prevista nella finanziaria regionale, l'Irpef 2012 per l'Abruzzo arriverà a toccare quota 1,73% contro l'1,4% del 2011.
Il Pd aveva proposto un emendamento con cui intendeva fare chiarezza definitiva sulla questione dell'aumento dell'aliquota. Ma la maggioranza, ieri, ha bocciato la proposta del Pd di destinare obbligatoriamente le risorse, 40 milioni, provenienti dal pareggio nei conti della sanità, in caso di accertamento nel corso del 2012, tutte alla riduzione della pressione fiscale regionale a carico di i prese e cittadini.
«Continuano a mentire spudoratamente», ha commentato il capogruppo del Pd in consiglio, Camillo D'Alessandro. «Vogliono avere le mani libere per continuare a tassare i cittadini anche venendo meno l'obbligo di mantenere le massime aliquote regionali. Stiamo parlando di circa 40 milioni che possono essere destinati alla riduzioni delle imposte regionali. Insomma il trucco è qui: oggi si introduce l'addizionale regionale in presenza di un obbligo, ma tra qualche mese se questo obbligo verrà meno, la maggioranza vuole mantenere comunque le tasse per farci altro. Sono stati scoperti».
Nei giorni scorsi, l'assessore al Bilancio, Carlo Masci, rispondendo alle accuse mosse alla giunta sul punto dal Pd, aveva detto: «Il comportamento della minoranza è improntato su sterili polemiche, accuse infondate e provocazioni continue. A seguito di questa incessante campagna di disinformazione condotta sistematicamente dalla minoranza ritengo doveroso fare chiarezza una volta per tutte. E' l'ulteriore dimostrazione di una connaturata propensione alle chiacchiere e alle polemiche piuttosto che ai fatti concreti. Gli abruzzesi devono avere, invece, una certezza assoluta: questa amministrazione utilizza ogni euro destinato alla sanità per la sanità e ogni euro destinato al pagamento dei debiti sanitari per pagare i debiti contratti dai precedenti governi regionali. Di questo si può essere certi perché la gestione Chiodi non ha portato agli abruzzesi un euro di indebitamento, sia nella sanità che nel bilancio regionale».
Critico sul bilancio 2012 anche il consigliere regionale di Sel, Franco Caramanico.
«Ancora una volta», ha detto Caramanico, «siamo chiamati a confrontarci su un bilancio gravato da un vizio di fondo: Chiodi e la sua giunta pensano di utilizzare i fondi di investimento per le spese correnti. Solo per fare un esempio basti pensare che i due milioni di euro destinati a fronteggiare il dissesto idrogeologico, tema quanto mai attuale, sono indirizzati da Chiodi al funzionamento della giunta».
Infine la sanità. «Una voce», ha aggiunto il consigliere di Sinistra ecologia e libertà, «che incide pesantemente sul bilancio, ma sulla quale il consiglio regionale viene scippato delle sue prerogative perché, con il commissariamento, Chiodi arroga a sé qualsiasi decisione. Se solo volesse, si potrebbe capire come tagliare la spesa sanitaria senza incidere negativamente sui livelli di assistenza e sui diritti degli abruzzesi ad avere una sanità efficiente».

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