Villa Pini, protesta in Giunta regionale sui cartelli: "Chiodi vergogna"

Bloccato il traffico su Viale Bovio all'altezza del palazzo della Giunta Regionale. Il folto gruppo di dipendenti, ormai senza stipendio da quasi un anno, protestano fischiando e urlando. Tanti gli striscioni

L’AQUILA. Un folto gruppo di lavoratori di Villa Pini ha bloccato il traffico su Viale Bovio all'altezza del palazzo della Giunta Regionale. I dipendenti stanno protestando fischiando e urlando, hanno anche esposto cartelli con slogan. In uno di questi si legge "Chiodi vergogna", in riferimento al Presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi che è anche commissario della sanità. La zona è presidiata da numerosi rappresentanti delle forze dell'ordine

Il gruppo Villa Pini conta circa 1.600 dipendenti che da circa un anno sono senza stipendio. Villa Pini è stata dichiarata fallita dal tribunale di Chieti.

In uno striscione attaccato su un muro del palazzo della regione si legge: "Da schiavi di Angelini a schiavi di Chiodi". "Gli abruzzesi hanno diritto ad un Presidente non indisponente ma capace ed intelligente", si legge in un altro attaccato tra il palo della luce ed un albero.

Nella seduta del Consiglio regionale di martedì scorso i dipendenti di Villa Pini hanno inscenato una clamorosa protesta bloccando i lavori del Consiglio regionale dopo aver invaso sia la sala consiliare sia altri spazi di palazzo dell'Emiciclo all'Aquila.

Il segretario regionale della Uil Fabio Frullo, protesta davanti alla regione con il gruppo di lavoratori di Villa Pini. Ha spiegato: "La manifestazione di protesta del gruppo Villa Pini con la partecipazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil è per chiedere una cosa semplice: la revoca della sospensione dell'accreditamento da parte della regione". "La revoca è l'unico elemento che può dare nuove aspettative in termini di tutela occupazionale del gruppo Villa Pini". Frullo ha poi accusato pesantemente il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi che è anche commissario per la Sanità.

"Chiodi che oggi è a Roma per chiedere l'autorizzazione al governo non ha bisogno di nessuna autorizzazione perchè è commissario per la sanità ed in quanto tale deve assumersi solo la responsabilità politica ed istituzionale in merito alla scelta da fare ma su questo, come sempre, è latitante e la cosa è inaccettabile per i sindacati che chiedono a nome dei lavoratori risposte sulla vertenza più drammatica nella storia di questa regione".