Villa Pini verso il blocco delle attività

Ultima mediazione all’Aquila con il prefetto Gabrielli ma i soldi non ci sono.

PESCARA. Ultima mediazione questa mattina alle 11.30 all’Aquila con il prefetto Gabrielli. Sono stati convocati Regione, sindacati e la proprietà, la famiglia Angelini. Poi in assenza di improbabili colpi di scena, per il Gruppo Villa Pini si apre la strada del blocco delle attività. E’ l’esito di una giornata campale, fatta di cortei, manifestazioni e soprattutto di conti, quelli che la Regione o, come sottolinea il presidente della giunta Gianni Chiodi, «il sistema delle Asl» deve ad Angelini. Poco più di 2 milioni e 800 mila euro, molto poco e comunque una cifra che non basta nemmeno per coprire uno dei sette stipendi che i 1500 dipendenti devono ricevere dalla proprietà. La manifestazione La giornata di protesta era iniziata ieri mattina con una manifestazione in via Conte di Ruvo a Pescara sotto gli uffici dell’assesorato alla sanità.

Alle 10 c’erano poliziotti in assetto antisommossa con scudi e caschi e circa trecento dipendenti di Villa Pini esasperati e in attesa di sapere se c’erano speranze di prendere uno dei sette stipendi maturati nel 2009. Manifestanti e polizia si sono fronteggiati per ore senza nessun incidente mentre al sesto piano le trattative sindacali con la Regione e la proprietà andavano verso un punto morto. Alle 13 un delegato scortato dai poliziotti ha annunciato: «I soldi non ci sono, però la trattativa continua (bordate di fischi). La proprietà dice che la Regione gli deve 160 milioni di euro», e la folla esplode in risate e applausi. Intervenga il prefetto Alle 14 la svolta: tutti invocano una iniziativa forte e l’intervento del prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli perché chiuda le strutture del Gruppo Angelini disseminate per l’intero Abruzzo dal momento che i servizi sanitari non sono più assicurati. «Noi non andiamo più a lavorare senza soldi», dicono in coro i manifestanti.

L’avvisaglia che si sarebbe andati verso un blocco delle attività era giunta quando i delegati della Uil nella sede dell’assessorato a Pescara annunciavano che sarebbero tornati a Chieti nella clinica per tenere un’assemblea e decidere lo stop. Il blocco delle attività L’assemblea di Cisl e Cgil era sulla stessa strada con una preoccupazione in più: non far ricadere il braccio di ferro sui pazienti. «I servizi di assistenza procedono a singhiozzo», spiega Angela Scottu della Cgil, «mancano le lenzuola, i malati psichiatrici circa 150 sono quelli che rischiano di avere più disagi per una situazione che era già critica e oggi rischia di diventarla ancora di più. Per questo le nostre iniziative sono sempre nell’ambito dei contratti e vertenze sindacali», rimarca la Scottu.

La «miscela esplosiva» che ieri ha reso «ingovernabile» la vertenza tra 1500 lavoratori, la Regione e la proprietà ieri rappresentata da Carusi marito di Chiara Angelini, (amministratrice e figlia dell’imprenditore Enzo Maria Angelini), è il sommarsi della rabbia dei dipendenti «alla fame», e il mancato passo avanti della stessa proprietà che per ora si trincera solo sul fatto che la Regione deve pagare. Ma come hanno fatto osservare Chiodi e Venturoni la Regione non paga più al di fuori delle regole e di prestazioni garantite. Le cifre elencate dal presidente della giunta, Gianni Chiodi che riepiloghiamo nella tabella accanto, infatti non lasciano spazi ad altre valutazioni. Le cifre della Regione Per la Regione al Gruppo Angelini vanno dati meno di 6 milioni di euro per le prestazioni sanitarie in convenzione e metà di questa cifra è in contestazione.

Chiodi con accanto l’assessore Lanfranco Venturoni, e il commissario di governo Gino Redigolo spiega i dati «certificati dalle Asl» al 4 novembre 2009. Somme molte diverse dalle richieste del Gruppo Angelini. I soldi nella relazione di Chiodi sono decurtati di quanto già dato con i pignoramenti scattati alle Asl o in contestazione. Quindi dalla somma di 21 milioni 640 mila euro la Regione ha decurtato quello che è stato già versato o sotto controllo. Alla fine rimangono 2 milioni e 800 mila euro. «Queste sono cifre ufficiali e certificate», sottolineano Chiodi e Venturoni, «e mi sembra che allo stato la Regione Abruzzo in questa vicenda sia l’unica ad aver detto qualcosa di ufficiale. Inoltre, possiamo dire che le Asl hanno dichiarato di procedere subito al pagamento di circa 3 milioni di euro». Angelini dia un segno Alle 16.30 all’Aquila l’incontro con il prefetto Gabrielli e la decisione di rinviare a oggi la trattativa.

All’uscita solo una perentoria dichiarazione dell’assessore alla sanità. «La Regione chiede solo il rispetto delle regole», dice Venturoni, «se uno vuole fare l’imprenditore della sanità deve rispettare le regole e, una delle regole fondamentali, è pagare i dipendenti». «Auspichiamo ancora una iniziativa della Regione», dice Davide Farina sindacalista Cisl, «e che il prefetto Gabrielli riesca a far aprire una linea di credito a favore dei dipenenti, ma anche la famiglia Angelini deve dare un segnale e restiture almeno una parte dei soldi». Ieri sera, infine, alle 20 la decisione di togliere l’assedio alla Regione in attesa del vertice dell’Aquila con il prefetto.