ABRUZZO

Vino, per le aziende solo debiti e danni. Dal Pd accuse all'ex assessore

Il consigliere regionale Paolucci punta l'indice contro le risposte di Imprudente: "I milioni promessi in campagna elettorale sono inaccessibili o non ci sono"

PESCARA. Dopo le elezioni e le promesse in campagna elettorale, i soldi per le aziende vitivinicole non ci sono. Una beffa secondo il consigliere regionale pd Silvio Paolucci che attacca frontalmente l'ex assessore all'Agricoltura (rieletto) Emanuele Imprudente anche a seguito delle risposte ritenute non esaudienti fornite dopo aver segnalato il problema. Intanto le aziende vitivincole si preparano al Vinitaly, e molte ammettono che questa è al momento l'unica fiera a cui possono partecipare quest'anno per promuovere i propri prodotti.

“Quattro giorni prima del voto del 10 marzo era arrivato il decreto che annunciava risorse per gli effetti causati dalla peronospora, ma dodici giorni dopo chi ha provato a fare la domanda oggi non ci è riuscito, questo perché non c’è ancora la circolare ministeriale per attivare il procedimento. Una vergognosa presa in giro, l’ennesima per il settore primario, che dopo i danni del maltempo, dopo il decreto che ha riconosciuto a novembre uno stato di calamità decretato a gennaio, dopo l’annuncio dei prestiti Fira e tutte le promesse elettorali sciorinate in queste ultime settimane, continua ad avere solo danni e zero risorse”, aveva denunciato Paolucci.

Era seguita la risposta dell'assessore Imprudente fondata sulla possibiltà per le aziende di ottenere (micro) prestiti dalla Finanziaria regionale: 5, 10 e 15mila euro al massimo per i quali sono arrivate circa 240 domande. "Ma la Regione", replica Paolucci, " non ne ha liquidata nemmeno una e ne ha lavorate meno della metà, annunciando tempi lunghi anche per questi ristori, in tutto 2,5 milioni di euro. “Fare indebitare le imprese con i microprestiti, per altro non ancora erogati, non è la soluzione. Ci aspettavamo novità sui tempi di erogazione dei fondi promessi al comparto agricolo e vitivinicolo con il decreto elettorale sulla peronospora e le risorse che noi abbiamo fatto mettere in bilancio, invece l’assessore Imprudente mette una toppa che è peggiore del buco. Parla di azioni tempestive: ma dov’è la tempestività se a a diversi mesi dalle denunce di consorzio e associazioni di categoria e dalla stessa delibera di giunta regionale sui danni non si ha ancora né contezza sulle risorse, né sui tempi di erogazione? Con l’inerzia e le bugie questo centrodestra sta affossando il settore vitivinicolo! Un disastro che pagano i nostri operatori, l’auspicio è che la delega passi ad altre mani nel nuovo esecutivo”.

Di qui alle promesse del decreto elettorale del Governo Meloni che, a fronte di decine di milioni di danni, sempre secondo Paolucci, ha messo a disposizione "solo 7 milioni e per tutta l’Italia e non ha nemmeno aumentato il fondo come il ministro Lollobrigida aveva dichiarato ai sindacati, in preda forse alla foga della campagna elettorale".

C’è poi lo stato di calamità, riconosciuto il 13 novembre con la delibera di giunta n. 757, ma che fino a oggi non ha prodotto nulla per gli oltre 15mila imprenditori del settore vitivinicolo "perché è stato decretato a fine gennaio e per essere applicato deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, cosa ad oggi non ancora avvenuta".

La denuncia di Silvio Paolucci scende nel dettaglio: "Non solo le imprese si sono ritrovate senza raccolti, con la produzione falcidiata, in alcuni casi anche per il 98 per cento, ma anche qui senza sostegni e senza la possibilità degli sgravi contributivi e della sospensione dei mutui. Né la Regione ha provveduto a trovare ulteriori coperture ai 12,5 milioni di euro che solo grazie al nostro emendamento sono stati messi in bilancio a dicembre: di quei fondi sono certi solo 5 milioni, ma sono inutilizzabili finché chi governa non verificherà le maggiori entrate fiscali che dovranno coprire il resto della somma, 7 milioni e mezzo, cosa ad oggi non accaduta. Finite le promesse elettorali resta la realtà: Marsilio e la Meloni sono incapaci di dare risposte concrete ai problemi di un comparto che vive una crisi nera da cui non riesce a risollevarsi, com’è avvenuto in cinque anni di governo regionale del centrodestra. È stato così con i sostegni alle famiglie al tempo del covid. Così pure con quelli alle imprese e le fasce più esposte della comunità ai tempi del caro-energia e questo talento si conferma ora: chiedono il voto e una volta ottenuto il risultato diventano vittime della burocrazia e dei tempi che invece come classe dirigente sono chiamati a ridurre il più possibile. Un’inerzia vergognosa”. (a.mo.)

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