Vitalizio, troppo bello per rinunciarci: gli ex parlamentari abruzzesi lo difendono

Abbiamo posto tre domande a undici ex politici: il risultato è che, con qualche distinguo, tutti difendono lo loro pensione

PESCARA. La riforma del vitalizio? Si può fare. Evitando gli eccessi del passato per tarare l’assegno sui contributi effettivamente versati, ma evitando anche gli eccessi di demagogia. Qualcuno propone forme diverse dal vitalizio, come un assegno di uscita per permettere il reinserimento del parlamentare nella vita produttiva, soprattutto se libero professionista. Qualche resistenza c’è sulla retroattività di una eventuale riforma. Questo e altro dicono alcuni degli ex parlamentari abruzzesi (dopo la pubblicazione dell’ammontare dei vitalizi) ai quali abbiamo rivolto le tre domande qui a fianco sul simbolo più tangibile e odioso dei privilegi della casta.

Ecco le domande:

1 - È opportuno mantenere il vitalizio anche a fronte della difficile situazione economica del Paese e delle difficoltà dei cittadini?
2 - Sareste disposti ad accettare il ricalcolo dell’assegno vitalizio applicando il sistema contributivo?
3 - Accettereste una riforma del vitalizio con effetto retroattivo sulle regole dei vostri assegni?

Ed ecco le risposte.

TOMMASO COLETTI  (2.381 euro - Senatore della Margherita Ulivo tra il 2001 e il 2006)

1 «Tutti noi abbiamo avuto sulle indennità una trattenuta alla fonte abbastanza sostanziosa. Il vitalizio però potrebbe essere limitato nel tempo. Il parlamentare potrebbe essere pagato con un assegno di reinserimento alla fine del mandato e poi abolito».

2 «In passato abbiamo già subìto delle riduzioni. Si potrebbe ipotizzare un regolamento che preveda un taglio del vitalizio con un limite per chi percepisce somme molto alte».

3 «C’è il problema dei diritti acquisiti. Io non ho mai fatto politica pensando al vitalizio. Ma c’è da dire che il Parlamento non ha ma avuto il coraggio di mettere mano a una questione del genere».

ANNA NENNA D'ANTONIO (4.041 euro - Deputata Democrazia Cristiana e poi Partito Popolare tra il 1983 e il 1994)

1 «Si fa tanta propaganda. Se ci hanno dato qualcosa vuol dire che qualcosa si è dato prima».

2 «Sono sempre del parere che bisogna conservare i diritti acquisiti e garantiti dalla costituzione. Questo vale per tutti i cittadini, non solo per i parlamentari».

3 «Ripeto, i diritti sono acquisiti, se dovessero esserci ricorsi ricorrerò anch’io».

ANGELO ORLANDO (2.381 euro - Senatore di Rifondazione comunista dal 1994 alla XII legislatura 1996)

1 «Va bene una riforma dei vitalizi ma gradirei che si facesse seriamente, al di fuori delle suggestioni del momento».

2 «Non si può dire che si è contrari a qualcosa. A volte è il tono che non sempre è legittimo».

3 «Si può discutere di tutto».

GIOVANNI PACE (3.021 euro - Deputato di Alleanza nazionale dal 1994 al 2001)

1 «Ogni riflessione sui costi della politica e sulle retribuzioni di quei signori che vengono definiti “casta” può essere preziosa. L’abolizione del vitalizio in assoluto non mi sembra una cosa giusta. Sarei per rivedere il calcolo dell’assegno».

2 «In questo momento economico ogni risparmio della spesa corrente da parte dello Stato è sempre positivo. E’ chiaro che non si deve infarinare la cosa con la demagogia».

3 «La retroattività delle disposizioni di legge, di qualunque tipo di legge in qualunque settore, credo che non sia scritta in nessun codice di nazione civile da Giustiniano in poi. Ma non sono contrario alle revisioni, da oggi in poi, anche per coloro che già prendono il vitalizio. Il calcolo potrebbe essere fatto in base ai contributi o a una media tra vitalizio base e contributi versati».

ANDREA PASTORE (5.679 euro - Senatore del Popolo della Libertà dal 1996 per quattro legislature)

1 «Vi sono accantonamenti per gli anni di mandato che vanno valutati meglio, per evitare sproporzioni tra chi è stato in Parlamento per sei mesi e chi 20 anni».

2 «Si può verificare ciò che si è versato e rifare i conti. Ma credo che colleghi come me che sono stati in Parlamento per 4, 5, 6 legislature, non si sentano in difetto. Andreotti non ha mai preso il vitalizio non avendo mai cessato il mandato».

3 «Bisogna mantenere la parola data. Questo impegno è tanto più vincolante quanto più il vitalizio si avvicina alla contribuzione».

GERMANO DE CINQUE (6.227 euro - Deputato e poi senatore della Dc per cinque legislature)

1 «Il vitalizio spetta al parlamentare per il lavoro che ha svolto per l’interesse della patria».

2 «Il calcolo va fatto in base a quello che si è versato».

3 «Il cambio va bene per i vitalizi futuri, non per quelli in corso».

GIUSEPPE QUIETI (4.041 euro - Deputato per tre legislature con la Democrazia Cristiana)

1 «Un giusto compenso evita che il Parlamento sia riservato ai ricchi, all’aristocrazia della politica. Detto questo, si può modificare il vitalizio in base alle condizioni del Paese».

2 «Il vitalizio è riformabile, anche perché la grande impopolarità della politica dipende da certi eccessi. Meglio seguire l’esempio di paesi come la Germania, la Francia o la Spagna».

3«La retroattività non è possibile, la Corte costituzionale si è pronunciata più volte in merito».

ENRICO GRAZIANI (3408 euro - Senatore del Pci VIII e IX legislatura)

1 «I vitalizi non c’erano nel 1848 perché i parlamentari erano l'alta borghesia, i nobili e i ricchi che potevano fare tutto gratis. La remunerazione del parlamentare è una conquista della democrazia e ha un fondamento costituzionale, perché si è voluto mettere al riparo da possibili ricatti il parlamentare in modo che fosse libero. Piuttosto considero eccessiva la remunerazione degli attuali parlamentari. Quando facevo il parlamentare davo mezzo stipendio al partito e alloggiavo nel peggiore albergo di Roma, il Borgo Sole al Biscione. Alla fine del mese restavo senza una lira».

2 «Sono d’accordo, però quando si calcola una pensione con il sistema contributivo non ci sono solo i contributi che deve pagare la persona, ma anche i contributi che deve pagare lo Stato. E qui dove sono i contributi dello Stato?»

3 «Sì, se lo Stato versa anche la sua quota di contributi».

PIO RAPAGNA' (1.782 euro - Deputato del Partito Radicale dal 1992 al 1994)

1 «Sarebbe opportuno ridurre al minimo i vitalizi, evitando che se ne accumulino 4 o 5 per un singolo ex politico. Sarei inoltre favorevole a stilare un bilancio dell’attività politica di ogni ex parlamentare, togliendo il vitalizio a chi ha fatto poco o nulla»

2 «Potrei fare tranquillamente a meno del vitalizio di 1.750 euro al mese. Anzi, posso dire che se non mi venisse corrisposto sarebbe meglio. In famiglia viviamo dignitosamente con le entrate da ex lavoratori e l’intero importo del vitalizio che percepisco lo utilizzo per donazioni a favore di associazioni umanitarie e per portare avanti le battaglie a favore degli ultimi».

3 «Come sopra».

NICOLA CRISCI (3.021 euro - Eletto nella lista dell'Ulivo, deputato dal 2006 al 2008)

1 «Il vitalizio è un tema che interessa altri: io ho fatto sempre politica perché credevo in certi valori».

2 «Se il Parlamento dovesse decidere di abolire o ridurre i vitalizi non ne farei certo un dramma, perché saprò campare lo stesso come ho sempre fatto. Mi amareggia questo clima ostile nei confronti dei politici. come se tutti avessero contribuito a fare il male del Paese».

3 «Per quanto mi riguarda spero solo di non essermi allontanato, nei comportamenti e nei convincimenti, dai valori e dagli ideali fondamentali della mia gioventù».

RAFFAELE DELFINO (5.460 euro - Deputato del Movimento sociale dal 1958 al 1979 per 5 legislature)

1 «Obiettivamente pago molte tasse. Sono molto anziano, non viaggio, non prendo l’aereo, non ho vizi, mangio con 8 euro al giorno, e della pensione non me ne frega niente».

(Ha collaborato

Federico Centola)