SEPARAZIONI E DIVORZI

In Abruzzo quasi duemila separazioni l'anno

Non tutte le separazioni finiscono con il divorzio. Anche a causa della crisi

PESCARA. La crisi tiene unite le famiglie. A volte per scelta, altre per necessità. Perché separarsi e divorziare può essere molto costoso. Soprattutto per i mariti. Nel 2015 (ultimo dato Istat disponibile) le separazioni in Abruzzo sono state 1.904 e i divorzi 1.637, con le separazioni in calo all'anno precedente (2.054). I dati attestano che le separazioni sono in numero superiore perché non tutte sono seguite dai divorzi. I dati Istat attestano anche un'inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti con una tendenza al ribasso. Le cause sono da individuarsi nella diminuzione dei matrimoni e nella crisi economica.

Sono, infatti, sempre più frequenti i casi di persone che decidono di rinunciare a separarsi una volta informate sulle conseguenze economiche che la separazione comporta, ad esempio in tema di mantenimento dell'altro coniuge o di assegnazione della casa. Diversa è la questione delle spese legali, perché con la riforma approvata a novembre 2014 è possibile separarsi e divorziare consensualmente senza andare in tribunale, avvalendosi dell'assistenza dei soli avvocati o, in alcuni casi, davanti all'ufficiale dello stato civile. La riforma prevede infatti la possibilità di avvalersi della negoziazione assistita da avvocati per arrivare a una soluzione consensuale di separazione o di divorzio nonché di modifica delle condizioni dei medesimi.

L'accordo viene trasmesso dagli avvocati al Procuratore della Repubblica il quale, quando non ravvisa irregolarità, concede il nullaosta. L'accordo è equiparato ai provvedimenti giudiziali che definiscono i procedimenti di separazione e divorzio. La riforma prevede anche che i coniugi possono concludere innanzi al sindaco quale ufficiale dello stato civile, con l'assistenza facoltativa di un avvocato, un accordo di separazione o di divorzio. E' previsto un doppio passaggio a distanza di 30 giorni. La crisi coniugale interviene in media dopo 16 anni di matrimonio e colpisce principalmente i quarantenni. La crisi coniugale interviene tra i 40 e i 44 anni per le mogli, per i mariti tra i 45 e i 49 anni. La tipologia di procedimento scelta in prevalenza è quella consensuale. L'assegno di mantenimento del coniuge è previsto in una separazione su cinque (quasi sempre è corrisposto dal marito). Ma nei divorzi diminuiscono i casi in cui è prevista questa corresponsione, 11,3%. (cr.re.)