LONDRA

La “favola” di Windsor, Harry e Meghan dicono sì / VIDEO

Ai due novelli sposi la regina ha conferito il titolo di duca e duchessa di Sussex Prima dello scambio degli anelli sull’altare, lui sussurra a lei: «Sei meravigliosa»

LONDRA. Una nuova coppia, ma anche una coppia nuova nella casa reale. Harry e Meghan Markle sono da ieri marito e moglie: si sono detti sì nella più tradizionale delle cornici britanniche, il castello di Windsor, e tuttavia al culmine di una cerimonia pilotata oltre le convenzioni. In un'atmosfera meno imbalsamata del consueto, a tratti addirittura rilassata fino alla risata collettiva in chiesa, e con un tocco di vitalità afroamericana a intaccare qua e là gli schemi.

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Windsor, i paggetti, e finalmente il bacio di Harry e Meghan
Il matrimonio tra il principe e l’attrice afroamericana nella cappella di San Giorgio, nel parco del castello di Windsor (video da YouTube Il Mondo in diretta Ozz Bront-e)

L'evento - seguito in tv da centinaia di milioni di spettatori in giro per il mondo - è rimasto come sospeso fra una celebrazione in versione moderna di quella che Simon Schama ha definito sul Financial Times «la costruzione della mistica reale» e un happening popolare fra celebrities da rotocalco e gente comune. Il figlio cadetto del principe Carlo, che tanto assomiglia a Diana, ha sposato l'attrice californiana di madre nera e padre bianco e ne ha fatto una principessa. Abbracciando però anche un pezzo del mondo di lei. I due - 33 e 36 anni - sono da questo momento il duca e la duchessa di Sussex, secondo il titolo conferito loro dalla regina Elisabetta, presente al timone del Regno anche questa volta, a 92 anni compiuti, vestita di verde-giallo e con al fianco il 96enne Filippo. Ma il ruolo che ambiscono a svolgere, o l'immagine che vogliono darne, è quella di una coppia di duchi «moderni», come dicono e ripetono i commentatori di corte. Il loro giorno speciale, che qualche voce entusiasta del coro mediatico si è spinta fino a immaginare «storico», è stato in effetti scandito momento per momento da un copione preparato con cura. Solo che il copione non era identico al passato: non certo alle nozze combinate (infelicemente) fra Carlo e Diana nel 1981; e neppure a quelle perfettamente istituzionali del 2011 fra il futuro re William, fratello maggiore di Harry e oggi suo testimone, e l'impeccabile commoner inglese Kate Middleton. È stato invece un matrimonio anglo-americano, apparso ai più spontaneo, e colto come un'occasione per avvicinarsi almeno un po’ al mondo di oggi e ad un Regno Unito ormai multietnico. Così, anche se Meghan è arrivata in una Rolls-Royce Phantom d'epoca, inguainata nel sobrio quanto elegante abito bianco candido firmato da Clare Waight Keller e con in testa una tiara regale diamantata, non sono mancate le contaminazioni per le scelte fatte sul rito religioso fra le severe navate della cappella di St. George, sui ricevimenti, sugli invitati. E per lo stile che la stessa coppia ha voluto testimoniare: punteggiato di sorrisi, di sguardi incrociati, di scambi informali di battute («Sei meravigliosa, sono così fortunato», ha detto lui a lei prima dello scambio degli anelli, come un qualunque sposo a una qualunque sposa), sino al classico bacio sulla scalinata.