IL RICORDO

Quel giorno all’Aquila di “Rombo di tuono” tra gli sfollati del sisma 

A Bazzano riconobbe il portiere Lauri, suo ex compagno: «Volevano fermarmi, lui disse: è mio amico, fatelo passare»

L’AQUILA. Gli applausi, quel giorno, furono per gli aquilani. Era il 12 novembre dell’annus horribilis. I campioni del Mondo di Marcello Lippi – scortati da Rombo di Tuono, un capocannoniere d’eccezione – a spasso tra gli sfollati. Diretta a Pescara per Italia-Olanda, la comitiva azzurra si fermò nel capoluogo ferito dal terremoto. Un giro nel Progetto Case di Bazzano, con tante foto di rito e parole di incoraggiamento a una popolazione scossa. Poche ore di sollievo.

Una giornata memorabile. Fu di poche parole, Gigi Riva, che nel 2009 era team manager della Nazionale. Un secondo padre per i vari Cannavaro, Buffon, Chiellini. Alcune di quelle parole le spese per un amico ritrovato: l’aquilano Mauro Lauri.

«IO E GIGI AL CAGLIARI»
«Era di un altro pianeta». La voce di Lauri trema un po’ quando parla di Gigi Riva. Lauri, allora 17enne, dall’Aquila era andato a giocare nelle giovanili del Cagliari, e si era quindi trovato a parare i tiri di Rombo di Tuono. «Era fortissimo», ricorda. «I suoi tiri erano impressionanti. Con i piedi, con la testa, nel dribbling. Un calciatore di un altro pianeta. Tutti lo ricordiamo per le sue imprese, ma per me era soprattutto un amico. Ancora oggi mi sento spesso con i figli, Mauro e soprattutto con Nicola». Quando la Nazionale di calcio venne all’Aquila nel 2009, Gigi Riva e Mauro Lauri si erano incontrati. Lauri era andato infatti a cercarlo mentre la Nazionale stava facendo il giro tra gli sfollati. «Non mi volevano far passare», racconta, «ma lui intervenne sorridendo. “Fatelo passare, quello è amico mio”. Il giorno del mio infortunio», ricorda Lauri, «io e Gigi Riva eravamo da soli, in una parte dello stadio di Cagliari che si chiamava “il triangolo”. Lui tirava le punizioni, e io cercavo di pararle». E poi quel ginocchio, che da qualche giorno gli dava fastidio, lo lasciò dolorante a terra. Un infortunio che gli avrebbe condizionato parte della carriera. «Fu proprio Gigi Riva che avvertì il resto della squadra». Tutti ricordiamo il mito Gigi Riva giocatore. Lauri ricorda, invece, il Gigi uomo. «Noi delle giovanili mangiavamo al piano di sotto, mentre la prima squadra mangiava al piano di sopra. Ogni tanto qualcuno della squadra ci veniva a salutare. Ma il giorno della festa per il compleanno dei 25 anni di Gigi, fummo tutti invitati a festeggiare con lui».

Un mito che Lauri – il quale oggi, insieme ad altri portieri, collabora con un’accademia del calcio per formare giovani talenti – non ha mai dimenticato, anzi ha coltivato orgogliosamente. «So tutto di lui», racconta- «Ho tutti i libri che lo riguardano, articoli di giornale, le foto, i video. Pensate», racconta ancora, «che mi hanno chiamato per farmi le condoglianze. Mi ha chiamato anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che conosceva il mio rapporto con Gigi Riva fin dai tempi in cui gestivo il bar alla Regione. Ma, soprattutto», conclude Lauri, «di Gigi Riva ho ricordi meravigliosi, in campo, fuori del campo, nelle trasferte. Ricordi che nessuno potrà mai cancellare».
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