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1 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1921, a Roma e a Milano, la Società nazionale del grammofono, rivendita specializzata di musica e strumenti, annunciava l’uscita dei nuovi dischi di Natale in catalogo per l’etichetta milanese La voce del padrone, fondata come emanazione della major britannica His Master’s Voice, quella che aveva come marchio il Jack Russel terrier “Nipper”, intento ad ascoltare i suoni provenienti dalla tromba del grammofono a cilindri, dal quale usciva la voce del defunto proprietario Mark, secondo il dipinto del pittore londinese Francis Barraud.

La Voce del padrone era anche il logo apposto sui grammofoni di qualità (nella foto, particolare, la reclame che campeggiava sui principali giornali), prodotti sempre in legno con appendice in ottone lavorato, venduti con membrana e puntine di scorta, che consentivano alle famiglie più agiate del Belpaese di ascoltare, girando l’iconica manovella metallica con manico in legno, le esibizioni canore delle ugole più in voga del tempo.

“La Voce del padrone” sarà anche il titolo del più riuscito album del cantautore siciliano Franco Battiato, del 21 settembre 1981, rilasciato dall’etichetta Emi italiana. Raccolta con tracce, destinate a diventare classici della musica leggera tricolore, come: “Bandiera bianca”, “Cuccurucucù”, “Centro di gravità permanente”. Tutti con la partecipazione di Giusto Pio. In occasione delle festività del 25 dicembre ’21, la ditta, con sede nella capitolina via del Tritone e nella meneghina galleria Vittorio Emanuele -poi ci sarà anche la succursale torinese-, proponeva, per il regno e le colonie, i nuovi vinili del tenore Enrico Caruso, del baritono Titta Ruffo, del violinista lituano Jascha Heifetz. Caruso, ad esempio, dava del suo meglio ne “L’elisir d’amore”, di Gaetano Donizetti; ne “La forza del destino”, di Giuseppe Verdi; in “Pietà, Signore!”, di Alessandro Stradella. Tutti dischi in vendita a 40 lire. Ruffo invece, aveva inciso “Un ballo in maschera”, di Verdi, e “Tosca”, di Giacomo Puccini. Entrambi acquistabili a 30 lire. Heifetz, invece, donava ai suoi ammiratori “Romance”, di Henryk Wieniawski, dal “Concerto in D minore”, come strenna a 40 lire.