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10 NOVEMBRE

Oggi, ma nel 1979, a Catania, al casello autostradale di San Gregorio, sull’autostrada A18 Messina-Catania, tre sicari di Cosa nostra, destinati a rimanere anonimi, uccidevano, a colpi di arma da fuoco, tre carabinieri: il vice brigadiere Giovanni Bellissima, di 24 anni, gli appuntati Salvatore Bologna, di 41, e Domenico Marrara, di 50.

Erano in servizio al comando provinciale dell’Arma catanese, ed erano intenti al trasferimento del boss mafioso Angelo Pavone, detto “Faccia d’angelo”, di 29 anni, ritenuto il cassiere della banda Mazzei, che scontava 7 anni di cella per il sequestro dell’industriale ferrarese Angelo Fava, dal penitenziario della città etnea, al carcere di Bologna. Il gruppo di fuoco malavitoso agiva per liberare Pavone che poi verrà giustiziato a stretto giro, mediante induzione all’autostrangolamento, ovvero “incaprettato”, e ritrovato cadavere 11 giorni dopo, il 21 novembre, in una discarica di rifiuti limitrofa.

Angelo Paolello, autista civile della Mercedes, non blindata, destinata alla traduzione, messa a disposizione del ministero di Grazia e Giustizia, si salvava poiché creduto morto dai malviventi. L’agguato mortale avveniva nel giorno dell’arrivo del presidente della Repubblica Sandro Pertini a Catania, nell’ambito del viaggio istituzionale, di tre giorni, in Sicilia. Dati i tragici eventi, il capo dello Stato si recava nell’ospedale cittadino Giuseppe Garibaldi per rendere omaggio alle tre salme e poi andava a depositare fiori sul luogo dell’imboscata mortale. Il 20 aprile 1983 verranno conferite, ai tre malcapitati (nella foto, particolare, da sinistra, Bellissima, di Mirabella Imbaccari, in quel di Catania, Bologna, di Palazzolo Acreide, nel siracusano e Marrara, di Reggio Calabria), le medaglie di bronzo al valor civile alla memoria. Riconoscimenti che, il 5 giugno 2013, a Palermo, durante la cerimonia per il 190° anniversario dalla fondazione della Benemerita, verranno riconvertiti nel metallo più pregiato.