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12 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1970 a Milano, iniziavano le riprese del documentario di Pier Paolo Pasolini di controinformazione, in bianco e nero, intitolato “Dodici dicembre”, dedicato alla strage milanese di Piazza fontana, del 12 dicembre precedente, da 17 vittime e 88 feriti.

Il docufilm aveva la regia di Giovanni Bonfanti, era prodotto da Alberto Grimaldi ed era curato proprio da Pasolini. Anche se quest’ultimo, come anche Grimaldi, per ragioni di opportunità, non farà comparire il nome e cognome nei crediti del film (nella foto, particolare, la locandina con la voragine causata dall’esplosione dell’ordigno nella sala cambi della Banca nazionale dell’Agricoltura). Pasolini, come direttore responsabile del quotidiano "Lotta Continua", dal luglio 1970 al maggio 1971, era stato denunciato due volte, dalla Procura della Repubblica torinese, e poi portato a processo.

La pellicola girata era lunga 80mila metri, pari a 104 minuti, dei quali solo la metà dell’estensione, corrispondenti a 43 minuti, verrà montata, dallo stesso Pasolini con l’aiuto di Maurizio Ponzi. Alla stesura della sceneggiatura aveva preso parte anche Goffredo Fofi. Le musiche erano state composte da Pino Masi, di Lotta Continua, che, tra l’altro, sarà l’organizzatore, il 18 marzo 1975, alla Bussola, in Versilia, del primo concerto di Fabrizio De Andrè, e aveva già arrangiato “La ballata del Pinelli”, insieme a Giuseppe “Joe” Fallisi, proprio il 21 dicembre 1969, giorno del funerale del ferroviere animatore del circolo anarchico meneghino Ponte della Ghisolfa, presumibilmente precipitato, per il fantomatico "malore attivo", dalla finestra della Questura milanese, nella notte del 15 dicembre 1969.

Il documentario era realizzato con l’appoggio di Lc, formazione della sinistra extraparlamentare, che lo distribuirà, nei circoli Ottobre, dal 20 maggio 1972. La pellicola verrà recensita come prima uscita dallo scrittore Alberto Moravia, sul settimanale “L’Espresso”, il 30 aprile 1972. Inizialmente, stando all’intervista rilasciata da Pasolini al settimanale “Panorama”, del 31 dicembre 1970, il lavoro si sarebbe dovuto chiamare “Attacco al potere”.

Il girato avrà come ambientazione anche Carrara, che con le sue rinomate cave di marmo era da sempre ritenuto covo di libertari, a cominciare da Gino Lucetti, responsabile dell’attentato non riuscito al Duce l’11 settembre 1926, a Roma. Poi ancora verranno interessati i centri di Viareggio, di Napoli, di Reggio Calabria, di Roma e di Torino. Più il cimitero meneghino di Musocco. Risalto verrà dato anche al ruolo e alla triste fine dell’anarchico Giuseppe “Pino” Pinelli, con microfono aperto alla vedova Licia Rognoni e alla madre Rosa Malacarne. E ci sarà spazio per gli interventi dell’ex deputato del Partito comunista italiano Achille Stuani, classe 1897, già fornaio, che era stato alla Camera dal 25 aprile 1948 al 24 giugno 1953, nella prima legislatura repubblicana, dopo essere stato eletto nel collegio di Brescia.

La versione integrale della pellicola pasoliniana verrà ritrovata ad Amburgo, in Germania, in un archivio cinematografico, in un imprecisato giorno del 2013, e seguirà il restauro da parte del laboratorio bolognese "L’immagine ritrovata", per conto della casa editrice amburghese Laika Verlag e della fondazione Cineteca di Bologna, custode anche dell’archivio visivo Pasolini.