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12 gennaio

Oggi, ma nel 1918, a Roma, con il regio decreto 35 veniva istituita la Commissione parlamentare sulla disfatta di Caporetto. Tecnicamente per appurare le responsabilità del ripiegamento dell'Esercito dall'Isonzo al Piave e il modo in cui fu condotta la ritirata dagli alti comandi militari italiani. In sostanza si trattava di pesare la colpa, data per certa, soprattutto del generale Luigi Cadorna (nella foto) che aveva osato scaricare la sconfitta sui soldati. La Commissione era presieduta dal generale Carlo Caneva, dal tenente generale Ottavio Ragni (che morirà il 21 maggio 1919 e non verrà sostituito), dal viceammiraglio Napoleone Canevaro (che poi lascerà il posto al pari grado Alberto De Orestis di Castelnuovo), dall'avvocato generale militare Donato Antonio Tommasi, dal senatore Paolo Emilio Bensa, dai deputati Alessandro Stoppati (cattolico di destra) e Orazio Raimondo (interventista di sinistra). Si riunirà per 241 sedute fino al 23 giugno 1919, giorno d'approvazione della relazione finale che poi verrà ufficializzata al presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti il 24 luglio di quell'anno. Sancirà la sconfitta dovuta a problemi militari e non politici e comunque legati alla superiorità tecnico-tattica degli austro-tedeschi e non al cedimento della truppa. Cadorna comunque ne uscirà molto male. Verrà riabilitato nel 1924 da Mussolini che lo nominerà Maresciallo d'Italia su pressione di Carlo Delcroix, presidente nazionale dell'associazione dei reduci. Ma le polemiche proseguiranno.