TODAY

12 novembre

Oggi, ma nel 1993, a Torino, nella galleria d’arte Nuova Gissi, si teneva il vernissage della mostra di opere scelte, risalenti al periodo tra il 1920 e il 1960, del pittore piemontese Felice Casorati, considerato dagli addetti ai lavori il massimo esponente nazionale del realismo magico.

L'evento era promosso nel trentennale della morte, avvenuta, nel 1963, proprio nella città sabauda. La sua produzione era stata contraddistinta anche da una forte connotazione d’intimità religiosa. Anche se non aveva mancato di avvicinarsi a settori ritenuti più spiccatamente contemporanei. Come nel 1955, quando la sua tela di grande formato aveva contribuito marcatamente al lancio nazionale della Fiat 600 con un primo piano della vettura e dietro il panorama torinese con l'inconfondibile Mole antonelliana. Utilitaria che diverrà il simbolo a quattro ruote della ripresa industriale inserita nel contesto del boom economico del Belpaese.

Il realismo magico, che aveva toccato anche la letteratura, con lo scrittore Massimo Bontempelli quale primo rappresentante, e, oltre a Casorati, pittori come Antonio Donghi e “Cagnaccio di San Pietro”, ovvero Natalino Bentivoglio Scarpa. Le realizzazioni di Casorati finiranno in prestigiose sedi, sia in Italia che all’estero. Luighi iconici come: il Museo del Novecento di Milano, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, il Centro Georges Pompidou di Parigi, la National Gallery di Londra, la Neue nationalgalerie di Berlino.

L’esposizione nello spazio Nuova Gissi, che poi diverrà Mazzoleni arte, chiuderà il 30 dicembre successivo. Era curata dal critico militante Marco Rosci, novarese di nascita, come Casorati, docente di storia dell’arte dell’Università del Piemonte orientale Amedeo Avogadro di Vercelli dopo aver insegnato la stessa materia nell’ateneo torinese. E Rosci si era occupato anche del catalogo, da 48 pagine. Nel 1929 Casorati aveva reso pubblici i propri lavori anche nell’allestimento “Casorati tra i discepoli”, realizzato insieme agli allievi della Scuola Casorati di Torino. Che erano Mario Bionda, Daphne Maugham, Lalla Romano, Carlo Levi, Jessie Boswell, solo per menzionarne alcuni. Ma importante era stata anche l’ultima fase della sua esistenza artistica, quella da scenografo.