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15 aprile

Oggi, ma nel 1961, da Roma, l’Istituto centrale di statistica avviava il primo censimento generale dell’agricoltura nel Belpaese. Si trattava del conteggio delle aziende agricole presenti sul territorio tricolore e l’individuazione delle loro dimensioni e caratteristiche. Dopo la fase iniziale, controversa, a causa della definizione non abbastanza specifica di “azienda agricola”, il parametro che verrà adottato dall’Istat sarà quello della superficie agricola utilizzata: pari ad almeno un ettaro.

L’articolato questionario (nella foto, particolare, il manifesto di promozione dell’iniziativa, affisso nei principali centri abitati) sarà poi riproposto, nella seconda edizione, il 25 ottobre 1970. La terza arriverà il 24 ottobre 1982. La quarta il 21 ottobre 1990. La quinta il 22 ottobre 2000. La sesta, il 24 ottobre 2010. Il primo censimento generale dell’agricoltura era stato stabilito con decreto del presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, democristiano, del 6 febbraio 1961, numero 69. Ovviamente si addentrava anche nel comparto della zootecnia. Non rientravano nel computo voluto dallo Stato: terreni incolti o coltivati saltuariamente; aree fabbricabili; orti a carattere famigliare; parchi e giardini ornamentali; piccoli allevamenti utilizzati esclusivamente per uso famigliare.

Il numero delle aziende agricole passerà da 4 milioni 294mila del ’61 a 3 milioni 607mila del ’70 a 3 milioni 269mila dell’82, tanto per avere dei riferimenti. Solo nel ’61, in una nazione ancora a forte connotazione rurale, gli ettari di terreno coltivato ed in grado di fornire una rendita, non solo per le famiglie in senso stretto, risultavano 26 milioni 572mila. Prima di quella iniziata il 15 aprile ’61, in età repubblicana, a suo modo importante, era stata quella parlamentare del regno, passata alla storia come l’inchiesta Jacini, condotta dal 1877 al 1886, su iniziativa dell’onorevole e conte Stefano Jacini, per esaminare lo stato dell’agricoltura nello Stivale.