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15 luglio

Oggi, ma nel 2002, a Roma, dopo quasi quattro mesi di indagini i carabinieri arrestavano Aran Gabriele (nella foto a sinistra), classe 1975, sospettato di aver ucciso i genitori, Gaspare di 66 anni e Maria Elena Figuccio (nella foto a destra) di 64, pensionati, il 20 marzo precedente nell'appartamento di via Domenico Lupatelli. I corpi erano stati rinvenuti il 22 marzo nella camera da letto dell'alloggio al quarto piano nella zona di Villa Bonelli. Secondo l'accusa il ragazzo, studente di Giurisprudenza all'università di Camerino, che viveva nella mansarda sopra l'abitazione del padre e della madre, li avrebbe narcotizzati col sonnifero Minias, usato regolarmente dalla madre, li avrebbe chiusi in sacchi della spazzatura poi sigillati col nastro adesivo e quindi li avrebbe lasciati morire per asfissia. Successivamente avrebbe ripulito la scena del crimine. Il tutto sarebbe stato architettato e realizzato per coprire l'inesistenza di un percorso accademico che avrebbe dovuto portarlo alla laurea, entro brevissimo tempo, come credevano padre e madre. La sorella Laila Gabriele non era presente nella casa nei giorni tra il 20 e il 22 marzo 2002 e rimarrà del tutto estranea alla vicenda. Il presunto omicida, che continuerà a proclamarsi innocente, verrà condannato in via definitiva a 28 anni di reclusione attraverso un processo indiziario e spedito nel penitenziario di Volterra. La perizia psichiatrica lo dichiarerà capace di intendere e di volere. Sosterrà che i genitori siano stati fatti fuori da qualche malavitoso, probabilmente legato alla banda della Magliana, per questioni economiche connesse al precedente lavoro del padre come commercialista e curatore fallimentare oppure per soldi che si era fatto prestare da un usuraio in un periodo di difficoltà finanziarie. In prigione conseguirà la laurea in Scienze giuridiche.