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16 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1954, a Roma, in Campidoglio, nella sala degli Orazi e dei Curiazi, il presidente della Repubblica Luigi Einaudi, accompagnato dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Ermini, e dal sindaco della Capitale, Salvatore Rebecchini, presenziava alla mostra celebrativa del V centenario della nascita di Bernardino Di Betto Betti, ovvero “Pinturicchio”, ritenuto tra i grandi maestri della scuola umbra del secondo ‘400. Per l’occasione, il capo dello Stato aveva al suo fianco la consorte Ida Pellegrini di Pescantina.

Il pittore, venuto alla luce a Perugia nel 1452, in data incerta, e scomparso a Siena, l’11 dicembre 1513, era stato soprannominato “Piccolo pintor”, per via della corporatura minuta. Aveva rappresentato una delle punte di diamante del Rinascimento artistico del Belpaese e la sua fama aveva travalicato di gran lunga i confini nazionali. L’orazione principale della mattinata era affidata al cardinale Celso Costantini, in rappresentanza della Santa sede, poiché Pinturicchio aveva trascorso buona parte del suo percorso produttivo al servizio della Chiesa.

La rivalutazione dell’autore delle storie di San Bernardino era cominciata, da parte degli studiosi, nel XIX secolo, quando i lavori iniziavano ad entrare nel circuito dei mercanti e dei collezionisti internazionali. Sul fronte della critica d’arte sarà, invece, fondamentale la monografia che gli dedicherà Enzo Carli, già sovrintendente ai Beni culturali dell’Aquila dal 1937 al 1939, intitolata “Il Pinturicchio”, che sarà pubblicata dall’editore milanese Electa, nel 1960. Nell’Urbe Pinturicchio aveva preso parte anche alla lavorazione della Cappella Sistina, aveva affrescato la Cappella Bufalini della chiesa di Santa Maria dell’Aracoeli (nella foto, particolare, “Funerali di San Bernardino”, del 1484-1486) era stato al servizio dei pontefici: Innocenzo VIII, Sisto IV, Alessandro VI e Giulio II.