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18 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1903, nella Città del Vaticano, Papa Pio X, con il motu proprio “Fin dalla prima” regolamentava, riprendendo l’azione del predecessore Leone XIII, morto il 20 luglio precedente, dopo 25 anni di pontificato, il ruolo dell’Azione cattolica nel laicato, ma soprattutto voleva imprimere l’ordinamento fondamentale della Democrazia cristiana. L’intervento di Giuseppe Melchiorre Sarto, originario di Riese, in provincia di Treviso, classe 1835, elevato sul soglio di San Pietro appena il 4 agosto di quel 1903, strutturava il movimento democristiano, che era lungi dal figurare quale organizzazione politica di stampo cattolico, come avverrà con la “Balena bianca”, che sarà fondata il 19 marzo 1943, sempre nella Città eterna, da Alcide De Gasperi, successivamente al forzato scioglimento del Partito popolare italiano da parte del regime fascista, verificatosi il 9 novembre 1926.

Ma l’entità a cui Pio X facesse riferimento era ancora in largo anticipo anche sulla creatura alla quale, il 18 gennaio 1919, don Luigi Sturzo, darà vita prendendo ispirazione dalla dottrina sociale della Chiesa cattolica. In buona sostanza Pio X, futuro santo, che sarà canonizzato il 29 maggio 1954 da Pio XI (nella foto, particolare, impegnato a posare per il ritratto eseguito dal pittore olandese Antoon Van Welie, olio su tela, di 79,5x52 centimetri, che finirà nei Musei vaticani dopo essere stato fino al 30 agosto 1937 di proprietà del cardinale Gaetano Bisleti. Verrà collocato nella Sala dei pontefici, nell’appartamento pontificio di rappresentanza, al secondo piano del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo) interrompeva la prolungata ostilità della Santa sede verso la democrazia moderna, che inglobava anche la pesante questione della proprietà privata, messa a repentaglio dalle ondate rivoluzionarie europee. In tal modo il Santo padre riconosceva il valore e incoraggiava il lavoro del movimento sociale cattolico che, con l’espressione “democrazia cristiana”, designava semplicemente l’organizzazione popolare e non il partito Dc.

Di converso il successore di San Pietro frenava gli impulsi autonomistici meno puri dal punto di vista politico. Anche per dare un argine a quanto preparato da Giuseppe Toniolo e da don Romolo Murri. Tuttavia le condizioni sociali imponevano di sottolineare, senza possibilità di fraintendimento, come in quel torno di tempo la democrazia cristiana non dovesse mai immischiarsi con la politica, non dovesse mai asservire a partiti e fini politici e i democratici cristiani, in Italia, dovessero del tutto astenersi dal partecipare a qualsivoglia azione politica.