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19 MARZO

Oggi, ma nel 1914, a Venezia, al Lido, la torpediniera 56 T della regia Marina militare, mentre rimorchiava una chiatta, durante la traversata del canal Orfano, speronava il vaporetto numero 7 dell’Azienda comunale di navigazione interna, proveniente dal pontile di Santa Maria Elisabetta, e diretto verso i Giardini. Nell’inabissamento morivano 16 passeggeri e 34 rimanevano feriti. L’episodio suscitava enorme scalpore, non solo nella città lagunare, oltretutto in un periodo caratterizzato dall’incombenza del primo conflitto mondiale.

L’impatto tra la nave militare e il piccolo natante civile, che aveva a bordo 63 persone, avveniva alle 17.10 (nella foto, particolare, l’illustrazione di Achille Beltrame per il settimanale “La Domenica del Corriere”, del 22 marzo successivo). Contestualmente dall’Arsenale, sede della prima squadriglia idrovolanti della regia Marina militare, era decollato un mezzo e questo aveva contribuito a creare confusione. Tra le vittime vi erano anche il tenente di vascello Luigi Bossi, che proprio mentre stava per essere messo in salvo sulla torpediniera, tentava di salvare una donna in procinto di annegare. Tra i deceduti vi erano anche il viceconsole russo a Berlino, Peter von Merchinskij e gli imprenditori Giuseppe Grisostolo, il più anziano titolare di impresa edile della zona e Angelo Samassa, il più grande costruttore edile locale del tempo, rivali in affari.

La cerimonia funebre, che si terrà nella basilica dei santi Giovanni e Paolo, il 23 marzo successivo, sarà estremamente partecipata. Sia il timoniere del vaporetto, Amadio Padovan, che il comandante della torpediniera, Erminio Paganini, verranno ritenuti colpevoli dell’accaduto e condannati a due anni di reclusione e al pagamento di 1500 lire di multa ciascuno. Tutta la vicenda verrà raccontata dalle giornaliste Anna Sandri e Silvia Nazardi, nel volume intitolato “L’appuntamento”. Venezia 19 marzo 1914”, che sarà pubblicato da Linea edizioni, di Padova, nel 2022.