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20 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1987, a Dumali point, lungo lo stretto di Tablas, nelle Filippine, il traghetto “Doña Paz”, della Sulpicio lines, sovraccarico di passeggeri, si scontrava con la petroliera “Vector”, della società Caltex Philippines, carica di 1,05 milioni di litri di combustibile. Nella collisione e nel successivo incendio morivano 4835 persone. La cifra precisa si saprà solo nel gennaio 1999, dal rapporto fornito dalla task force presidenziale filippina, di Josep Estrada, che a sua volta aveva portato avanti il lavoro dei predecessori Fidel Valdes Ramos e Corazon Aquino. I componenti dell’equipaggio erano 58. I deceduti tra il personale della “Vector” erano 11. Molte delle vittime (nella foto, particolare, le bare allineate sul molo del porto di Manila, prima del trasferimento nel Rizal Memorial Coliseum, il 28 dicembre 1987) lanciatesi in acqua, per sfuggire alle fiamme e ai fumi tossici, venivano sbranate dagli squali, che infestavano il canale profondo 545 metri.

I sopravvissuti saranno 26. Risulterà la sciagura marittima peggiore in tempo di pace. L’episodio destava clamore a livello internazionale, perché in prossimità delle festività natalizie, i prezzi dei biglietti erano stati sensibilmente ridotti per favorire il ricongiungimento delle famiglie, ma ciò era avvenuto a discapito della sicurezza, e mediaticamente il “Doña Paz” veniva etichettato come “Titanic dell’Asia”. Teoricamente il traghetto avrebbe dovuto trasportare solo 1518 passeggeri, oltre ai 66 componenti imbarcati di ruolo.

Nel Belpaese l’apprensione era dovuta alle presunte origine italiane di due scampati che, dall’ospedale, avevano fornito preziose testimonianze: Alamario “Armando” Balanay, di 44 anni, e Paquito “Pasquino” Ozabel, di 42, ma soprattutto perché la sciagura avveniva in concomitanza con l’uscita, nelle sale cinematografiche tricolori, del film “Lo squalo 4: la vendetta”, del regista Joseph Sargent, con gli attori Lorraine Gary, Mario Van Piblees e Michael Caine.