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20 GENNAIO

Oggi, ma nel 1912, a Gargaresc di Tripoli, le truppe italiane, comandate dal generale Gustavo Fara, avevano la meglio sulla resistenza opposta alle forze dell’impero ottomano di Ismail Pasha, e conquistavano la città della Tripolitania, nell’ambito della guerra italo-turca. In particolare l’avanzata verso Gargaresc, avveniva, agli ordini del colonnello Giuseppe Amari, con la partecipazione dell’82° e 84° reggimento fanteria, che poi rimarranno di presidio, e tutto il regimento “lanceri di Firenze”.

L’interesse verso Gargaresc era stato deciso dal IV governo presieduto da Giovanni Giolitti per poter ricostruire delle ridotte destinate ad accogliere compagnie di militari necessarie a proteggere le cave di pietra dalle quali veniva estratto il materiale da costruzione impiegato per la realizzazione del porto di Tripoli, attracco sempre più necessario per le mire espansionistiche di Roma. Ma la colonna tricolore aveva inizialmente avuto problemi nel primo scontro con i turco-arabi, così il proposito era slittato al 20 gennaio di quel 1912.

Tra l’altro Gargaresc era negli obiettivi italici poiché vi era la tomba romana, nell’ipogeo mitraico, attribuita ad Aelia Arisuth, ritenuta dagli addetti ai lavori tra i monumenti più rappresentativi di Oea, ovvero l’antico centro romano, poi Tripoli, colonizzato nel 106 avanti Cristo dall’Urbe, in occasione della guerra contro Giugurta. L’impresa libica era cominciata il 29 settembre 1911 e si concluderà, il 18 ottobre 1912 (Nella foto, particolare, cartolina stereoscopica non viaggiata numero 10, della serie dedicata alla conquista della Libia, intitolata “L’orrenda strage degli arabi sottomessi all’Italia da parte dei turchi, nell’oasi di Gargaresc, di 17,2x6,6 centimetri, immagine tratta dall’archivio della libreria Palatina editrice di Parma), dopo un anno e 19 giorni di belligeranza, con il trionfo italiano e l’annessione di Tripolitania, Cirenaica, Fezzan e Dodecaneso.