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20 Giugno

Oggi, ma nel 1942, a Tobruk, il caporal maggiore del 10° raggruppamento speciale del genio guastatori Giovanni Leccis (nella foto, in azione con le cariche esplosive in mano), cagliaritano del 1921, per primo, al costo della vita, apriva la linea fortificata che permetterà, il giorno successivo, la caduta della piazzaforte. Nell'azione per collocare le bombe veniva coadiuvato dal sergente Renato Chiodini, milanese del 1914, che riuscirà a salvarsi. Leccis, morto perché centrato in petto da un colpo di cannone anticarro, aveva continuato altre due volte a innescare "tubi" nonostante fosse stato già ferito da una fucilata. Grazie alla sua insistenza erano riusciti a tagliare le recinzioni e a scavallare il fossato anti-blindati minando la muratura. Verrà insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Chiodini meriterà quella d'argento. L'operazione avveniva in Cirenaica, nell'ambito dell'offensiva "Veneding", iniziata il 26 maggio, dell'operazione di riconquista della Libia, nella campagna d'Africa da parte delle forze dell'Asse contro gli inglesi, durante la seconda guerra mondiale. Leccis e Chiodini agivano agli ordini operativi della divisione corazzata Ariete e collaboravano con l'8° reggimento bersaglieri. La presa di Tobruk consentirà al generale tedesco Erwin Rommel di fare 28mila prigionieri. La caserma friulana dell'11° reggimento bersaglieri, nella frazione di Orcenico superiore del comune di Zoppola, in provincia di Pordenone, verrà intitolata a Leccis.

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