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22 GENNAIO

Oggi, ma nel 1983, a Montecarlo, il tennista svedese Bjorn Borg, considerato tra i migliori di tutti i tempi, annunciava il suo ritiro dall’agonismo, a soli 26 anni. Sulla decisione di abbandonare le gare aveva pesato anche la sconfitta, avvenuta il 31 marzo 1983, al secondo turno, contro il francese Henri Leconte, rimediata dopo una lunga fase d’inattività. Pertanto l’ultima vittoria restava quella sull’argentino Josè Luis Clerc, al primo turno, ottenuta, sempre nella capitale monegasca, il 28 marzo di quel 1983.

Fondamentalmente “Iceman”, come era soprannominato per la sua freddezza sia in campo che fuori, aveva meditato di appendere la racchetta al chiodo perché eccessivamente stressato dalla rigida vita da campione e desideroso di “vivere”. Neanche il tentativo dello storico rivale statunitense John McEnroe (nella foto, particolare, insieme prima della finale di Wimbledon, del 6 luglio 1980, vinta da Borg) di farlo desistere era andato a buon fine. Eppure il controverso rapporto tra i due grandi atleti, sul quale si scriveranno articoli, libri e gireranno film, dava il senso dell’influenza reciproca sui comportamenti professionali.

Tra le ipotesi del taglio netto con l’esistenza da numero 1 della classifica mondiale, complessivamente per 109 settimane, c’era anche quella di aver ricevuto minacce di morte. Borg, originario di Stoccolma, classe 1956, con uno stile caratterizzato anche dal rovescio a due mani che derivava dalla pratica col bastone da hockey su ghiaccio praticato da bambino, aveva esordito con la nazionale di Svezia, in Coppa Davis, il 5 maggio 1972, a 15 anni, battendo, in 5 set, il neozelandese Onny Parun. Il 1973 era stato il suo primo anno da professionista. In dieci anni aveva portato a casa 11 titoli del Grande Slam, dei quali 6 al Roland Garros, 5 a Wimbledon, consecutivi, ed era stato in cima alla graduatoria mondiale Atp, dal 23 agosto 1977 al 2 agosto 1981. Sostanzialmente, la sua ascesa, rafforzata anche dagli scontri con “The Genius”, aveva contribuito a rendere il tennis tra le discipline sportive più popolari.

Nel Belpaese la figura dell’uomo irrisolto e del fuoriclasse in disarmo verrà veicolata sui media e nell’opinione pubblica soprattutto per la relazione, più o meno burrascosa e veloce, e per il bizzarro matrimonio, che avverrà, il 4 settembre 1989, a Milano, in municipio, con l’anticonformista cantautrice di successo Loredana Bertè, più grande di 6 anni. Il ritorno alle competizioni nel ’91, fino al secondo ritiro, nel ’93, sarà un flop che, insieme ai problemi fiscali, economici, al tentativo di suicidio, contribuirà ad offuscarne la grandezza.