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23 agosto

Oggi, ma nel 1268, sui Piani Palentini di Scurcola Marsicana, a 12 chilometri da Tagliacozzo, i 6mila guelfi di Carlo d'Angiò sconfiggevano i 9mila ghibellini di Corradino di Svevia. Iniziava così la dominazione angioina nel Regno delle due Sicilie spodestando il figlio di Corrado di Svevia e pronipote di Federico Barbarossa (che era stato insignito dello scettro da Papa Clemente IV) da parte del fratello di Luigi IX di Francia. La vittoria arrivava seguendo lo stratagemma escogitato dal consigliere militare Alardo di Valery che a sua volta lo aveva mutuato da un trucco utilizzato dai saraceni durante la prima crociata. Si trattava di inscenare una finzione per distrarre le forze avversarie e contrattaccarle poi di sorpresa quando si sarebbero sbandate credendo ingenuamente di aver avuto la meglio. Dante Alighieri eternerà l'episodio nella Divina commedia, nel canto XXVIII dell'Inferno (17-18): «E là da Tagliacozzo/ove senz'arme vinse il vecchio Alardo».