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23 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1990, a Bologna, nel campo nomadi di via Piero Gobetti, la banda della Uno bianca, capeggiata dal poliziotto Alberto Savi, apriva il fuoco, sparando 15 pallottole “dum-dum” contro le roulotte, causando la morte di due sinti, Rodolfo “Tatino” Bellinati, modenese di 27 anni, e Patrizia Della Santina, ferrarese di 34, e provocando due feriti, Sara Bellinati, di 6 anni, e Lerje Lluckaci, 34enne slava. I funerali delle due vittime non saranno particolarmente partecipati e lo scarso afflusso di persone rimarcherà la distanza presa dalla città felsinea verso gli “zingari”.

Nel ’94, in concomitanza con la ricorrenza, verrà apposta la targa commemorativa, anche da parte dell’amministrazione municipale, cercando di recuperare l’attenzione dovuta ai due malcapitati. Il 3 novembre ’94, seguendo Fabio Savi, alias “Il lungo”, si arriverà all’arresto del fratello Alberto, detto “Il monaco”. Il 6 marzo 1996 si concluderà l’iter processuale (nella foto, particolare, il gruppo di fuoco dietro le sbarre) che porterà alla condanna all’ergastolo dei tre fratelli Savi: i già menzionati Alberto e Fabio più il terzo, Roberto, anche lui poliziotto, più Marino Occhipinti.

Pietro Gugliotta sarà condannato a 28 anni di reclusione che poi verranno ridotti a 18. Il componente minore dell’organizzazione criminale, Luca Vallicelli, patteggerà 3 anni e 8 mesi di cella. Tecnicamente il primo dei tre fratelli ad essere tratto in arresto sarà Roberto, il 21 novembre ’94. Giuliano Savi, padre dei tre fratelli, il 29 marzo 1998, si suiciderà ingoiando 7 scatole di Tavor, simbolicamente all’interno di una Uno bianca, parcheggiata a Villa Verucchio, a 13 chilometri da Rimini. Le azioni del sodalizio criminale erano cominciate il 19 giugno 1987 e termineranno il 31 ottobre ’94. Il raid più cruento risulterà quello del 4 gennaio ’91, nel quartiere Pilastro, quando verrà assaltata una pattuglia di carabinieri, facendo fuori Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini. Complessivamente risulteranno 103 i crimini messi a segno, soprattutto rapine a mano armata, causando il decesso di 24 persone. Tra le peculiarità che salteranno fuori durante l’iter giudiziario ci sarà la militanza, di Alberto, nel Fronte della gioventù, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano e presunti collegamenti tra il gruppo malavitoso ed i servizi segreti.