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23 OTTOBRE

Oggi, ma nel 1956, a Capestrano in provincia dell’Aquila, mentre nel convento dedicato alla memoria di San Giovanni da Capestrano, veniva celebrata la chiusura dell’anno dedicato al 5° centenario della morte del patrono dei cappellani militari, a Budapest, in Ungheria, prendeva il via, davanti alla statua del poeta Sandor Petofi, la manifestazione pacifica degli studenti della facoltà di Tecnologia e di Economia che dava inizio alla rivoluzione contro il regime comunista. Le festività in onore del “santo guerriero”, deceduto a Ilok, in Croazia, il 23 ottobre 1456, dopo essere stato ferito nell’assedio, da parte dei turchi, a Belgrado, in quel 1456, erano cominciate il 23 ottobre 1955 (nella foto, particolare, la processione della statua, tra autorità civili e militari, in occasione della ricorrenza d’apertura).

La rivolta antisovietica della capitale ungherese terminerà l’11 novembre successivo, dopo la sollevazione armata che sarà duramente repressa dall’intervento dei carri armati T-34/85, inviati da Mosca. Complessivamente moriranno 2652 civili e 720 soldati, mentre i feriti saranno 1540. Ben 250mila residenti, pari al 3 per cento della popolazione, fuggiranno verso l’occidente. Il tutto con grande disappunto da parte dei vertici del Partito comunista italiano.

Il religioso, soprannominato “Giantudesco”, in quanto figlio di un barone tedesco, era nato a Capestrano il 24 giugno 1386, faceva parte dell’Ordine dei frati minori osservanti. Era stato canonizzato, a Roma, il 16 ottobre 1690, dal pontefice Alessandro VIII, dopo la beatificazione occorsa, sempre nella Città eterna, il 19 dicembre 1650, ad opera di Papa Innocenzo X. Tra le imprese di Giovanni da Capestrano vi era stata l’organizzazione della crociata contro l’impero ottomano, guidato dal sultano Maometto II, reo di aver invaso la penisola balcanica, indetta nel 1456 su incarico del Santo padre Callisto III. Tutta la vicenda verrà riportata, nelle 157 pagine del volume intitolato “San Giovanni da Capestrano. Nel V centenario della morte: 23 ottobre 1456-1956”, che verrà pubblicato dalla Deputazione abruzzese di Storia patria, dell’Aquila, nel 1956.