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24 GENNAIO

Oggi, ma nel 1884, a Torino, nel Museo di Palazzo Reale, veniva acquisito, per 4mila lire, dalla Regia residenza di Roma, il “Ritratto di Margherita di Savoia in abito azzurro”, di Michele Gordigiani, eseguito nel 1868, olio su tela, di 234x147 centimetri. Il quadro (nella foto, particolare) immortalava, a 21 anni, quella che era stata la prima regina consorte del regno d’Italia, dal 9 gennaio 1878 e lo sarà fino al 29 luglio 1900, data del regicidio di Monza, da parte di Gaetano Bresci, l’anarchico venuto dall’America, nei confronti del marito Umberto I.

Nel 1966 l’opera verrà collocata al primo piano della principale dimora sabauda del capoluogo piemontese, nel salotto tra la sala del caffè e la galleria del Daniele. L’autore, fiorentino, classe 1835, era entrato nelle grazie savoiarde nel 1861, quando era stato chiamato a corte a immortalare Vittorio Emanuele II quale primo sovrano del neo unificato reame. Sempre più specializzato nei ritratti, con ampio respiro e  verosimiglianza fotografica, nello stesso 1884 eseguiva l’altro suo lavoro dedicato a Margherita di Savoia, trentatreenne, “Ritratto con cappello piumato”, che verrà custodito al Quirinale, verrà presentato all’Esposizione universale di Anversa, dal 2 maggio al 2 novembre 1885, e che entrerà più del “Ritratto in abito azzurro” nell’immaginario collettivo della regina Margherita.

Il “Ritratto con cappello piumato”, che poi verrà trasferito nella sala delle ceramiche del castello della tenuta presidenziale di Castelporziano, avrà enorme successo, tanto da divenire tra le icone dei Savoia più copiate o riprodotte per cartoline, cataloghi, articoli giornalistici, copertine di libri. Questo sia per il talento indiscusso dell’esecutore, ma soprattutto per il notevole carisma del soggetto, capace di assurgere a personaggio più amato della dinastia erede al trono tricolore.