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25 FEBBRAIO

Oggi, ma nel 2009, a San Donato Milanese, nel consultorio dell’Azienda sanitaria locale, durante l’incontro protetto con il figlio, secondo disposizione della magistratura e dei servizi sociali, Yors Mohammed Barakat, di origine egiziana, uccideva Federico Shadi Barakat, di 8 anni, con un colpo di pistola di striscio e 37 coltellate. Il piccolo, avuto da Antonella Penati, moriva dopo 57 minuti di agonia.

Dati i segni di pericolosità mostrati da Mohammed -con problemi di tossicodipendenza e che dopo l’azione finirà suicida-, Federico, nato a Segrate il 19 aprile 2000, non voleva partecipare alle visite concordate. Antonella e Mohammed si erano conosciuti nel 1998. Lui archeologo ed operatore turistico, lei impiegata di una multinazionale farmaceutica. Lei s’era rivolta ai servizi sociali già nel 2004.

La legge sullo stalking -che inserirà nel Codice penale l’articolo 612 bis- diverrà tale 3 giorni dopo l’assassinio di Federico. Secondo quanto riferirà Antonella, le visite in ambiente protetto sarebbero state imposte dal Tribunale dei minori milanese. Stando sempre a quanto dirà la donna, se si fosse opposta agli appuntamenti imposti nei locali Asl, avrebbe perso l’affidamento del bambino. Dopo l’omicidio la madre avvierà una meticolosa campagna di sensibilizzazione, sia per tenere alta la memoria del figlio assassinato in quel particolare contesto, anche attraverso l’associazione “Federico nel cuore”, ma anche per chiedere conto delle eventuali responsabilità statuali rispetto al fatto di sangue.

Il caso arriverà fino alla Corte europea di Strasburgo per i diritti umani (nella foto, particolare, uno dei cartelloni utilizzati durante le manifestazioni inneggianti alla giustizia per quanto accaduto a Federico), come riferirà il “Corriere della Sera” il 12 dicembre 2015. Elisabetta Termini, coordinatrice dei Servizi sociali del comune di San Donato Milanese, verrà assolta in via definitiva, con sentenza della Corte di cassazione del 27 gennaio 2015.