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26 agosto

Oggi, ma nel 1944, sulla Linea gotica, sulle due direttrici degli Appennini umbro-marchigiano e tosco-romagnolo, prendeva il via “L’operation Olive”, nome in codice per l'imponente piano d’attacco a tenaglia, voluto dalle forze armate Alleate, guidate dal generale britannico Harold Alexander, comandante degli angloamericani nella campagna d’Italia. Nel contesto del secondo conflitto mondiale, l’azione strategica, che terminerà, il 25 ottobre successivo, con il successo delle formazioni Uk e Usa, benché non decisivo per la guerra, era teso a sfondare il sistema fortificato nazista.

Che era stato approntato dalle truppe del feldmaresciallo Albert Kesserling e terminato il giorno precedente, 25 agosto. Nel dettaglio l’avvio dello sfondamento della Linea gotica, di 300 chilometri, avveniva nel settore adriatico, detto “Teodorico”.

Era posto in essere dall’8ª armata, formata da forze del Commonwealth britannico, agli ordini del generale inglese Oliver Leese (nella foto, particolare, il primo ministro Winston Churchill intento ad analizzare sulla mappa la situazione e il dispiegamento delle unità insieme al generale Leese, a sinistra, e il comandante supremo Alexander, a destra, proprio il 26 agosto 1944, nel quartier generale di Leese, a Monte Maggio, sull’altopiano di Folgaria, al confine tra le province di Vicenza e di Trento). Precisamente l’assalto avveniva nell’area collinare tra Fano, San Marino e Rimini.

“L’operation Olive” coinvolgerà complessivamente 900mila uomini per gli alleati, contro 300mila delle forze dell’Asse. Le perdite saranno stimate in 30mila militari per gli Alleati, tra i quali 4500 canadesi, tra il 26 agosto ed il 7 ottobre. Per i nazifascisti, invece, 42mila uomini in divisa, sempre nello stesso arco temporale. Gli scontri costringeranno al sacrificio anche 60mila civili italiani. “L’operation Olive” verrà ritenuta dagli addetti ai lavori la più grande battaglia di mezzi corazzati mai combattuta nel Belpaese.