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26 APRILE

Oggi, ma nel 1852, a Torino, in Borgo Dora, nell’Arsenale militare sabaudo, il sergente furiere del primo reggimento d’artiglieria operai, Paolo Filippo Sacchi, di 45 anni, originario di Voghera, in provincia di Pavia, salvava dallo scoppio della polveriera 25mila chilogrammi di materiale pirico che esplodendo avrebbero distrutto il quartiere. L’esplosione, scaturita dalla scintilla causata dall’attrito di un macchinario, provocava 20 morti e 19 feriti. Sacchi, a rischio della propria vita e rimanendo ferito, si lanciava tra le fiamme riuscendo a spegnerle con una coperta, isolando i barili di polvere nera accatastati nel capannone, salvando il caseggiato (nella foto, particolare, cartolina celebrativa del successivo Arsenale di costruzione torinese del regio esercito, con annullo postale, che ricorderà l’eroismo di Sacchi) ed evitando la propagazione del fuoco a quel lembo di città. Il coraggioso gesto -più fortunato di quello costato la vita a Pietro Micca, il 30 agosto 1706, nella cittadella- verrà ricompensato da re Vittorio Emanuele II con la nomina istantanea a luogotenente d’onore del regno di Sardegna, che comportava l’inserimento tra gli ufficiali con il conseguente innalzamento del rango sociale, il conferimento del vitalizio di 1200 lire l’anno, l’assegnazione della medaglia d’oro al valor militare, che verrà consegnata il 14 giugno di quello stesso 1852, e la munificenza della cittadinanza torinese per merito. Insieme a Sacchi, che attribuirà tutto il merito alla protezione ricevuta dalla Madonna della Consolata, veniva decorato, ma con la medaglia d’argento sempre al valor militare, il caporale Tommaso Defranchi, della compagnia polveristi. Nel 1853, in occasione del primo anniversario del salvataggio, la municipalità intitolerà a Sacchi la strada porticata, lunga un chilometro, situata a ridosso della stazione ferroviaria di Porta Nuova. Nel 1886, sempre in concomitanza con il 26 aprile, due anni dopo il decesso di Sacchi, che avverrà il 26 maggio 1884 nel capoluogo piemontese, sul luogo della sciagura del 1852, proprio sull’edificio della fortificazione, risalente al 1585, verrà apposta la lapide commemorativa in bronzo.