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26 Settembre

Oggi, ma nel 1988, in contrada Lenzi del Comune di Valderice, in provincia di Trapani, veniva assassinato a colpi di arma da fuoco, dalla mafia trapanese, il giornalista Mauro Rostagno, per il suo impegno professionale di denuncia nei confronti di Cosa nostra dall'emittente tv locale Radio tele cine. Il 19 febbraio 2019 verrà condannato all'ergastolo, in appello, il boss Vincenzo Virga, come mandante. Ma non verrà appurato chi sia stato l'esecutore materiale dell'omicidio. Non reggerà la presunta accusa nei confronti di Vito Mazzara, ritenuto erroneamente il killer nella sentenza di primo grado del maggio 2014. Ma, in occasione del processo di secondo grado, verrà almeno ribadita la matrice, legata agli uomini d'onore del Trapanese ai quali avesse osato pestare i piedi, della soppressione. Altre molteplici ipotesi, infatti, nel corso degli anni, verranno avanzate sul perché del delitto: spunteranno piste più o meno fantasiose, dalla massoneria ai servizi segreti deviati passando per il traffico di droga dentro la sua comunità socioterapeutica Saman, in provincia di Trapani, fino al caso Alpi-Hrovatin. Rostagno (nella foto, il murales realizzato a Torino, città nella quale era nato nel 1942, tra via don Michele Rua e via Vandalino, sul muro della chiesa di nostra Signora del sacro cuore di Gesù, dalla classe 4 E del liceo artistico torinese Aldo Passoni, su bozzetto del writer Karim Cherif, in occasione del 29° anniversario dell'agguato mortale), marxista libertario, teorico della nonviolenza e fortemente contrario alla lotta armata nei cosiddetti anni di piombo, era stato tra l'altro uno dei leader della contestazione studentesca del '68, da iscritto della facoltà di Sociologia dell'università di Trento. Nel 1969, era stato uno dei fondatori del movimento politico di estrema sinistra Lotta continua. Dal 1972, era stato assistente alla cattedra di Sociologia dell'ateneo di Palermo. Dal 1977, uno degli animatori principali del centro culturale Macondo di Milano.

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