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27 GENNAIO

Oggi, ma nel 1924, a Londra, sul mensile “The Strand magazine: an illustrated monthly”, fondato da George Newnes, nel 1891, veniva pubblicata, “L’avventura del vampiro del Sussex”, storia scritta da sir Arthur Conan Doyle, con quattro illustrazioni di Howard Keppie Elcock, che raccontava le peripezie del detective privato Sherlock Holmes, attraverso il resoconto del suo assistente John Watson. Le stesse pagine letterarie compariranno nel successivo numero di “Hearst’s international”, con altri quattro disegni realizzati da Wladyslaw Theorore Benda (nella foto, particolare, uno dei bozzetti).

La vicenda narrata, che verrà considerata la più popolare, finirà nella raccolta, che verrà pubblicata il 16 giugno 1927, da John Murray, sempre della capitale britannica. Le 320 pagine erano la selezione delle rocambolesche intraprese della brillante accoppiata investigativa apparse su “The Strand magazine”, su “Collier’s”, su “Liberty”, e “Hearst’s international”, dall’ottobre 1921 all’aprile 1927. In Italia arriverà nel 1929, “Il taccuino di Sherlock Holmes”, quinta ed ultima delle antologie aventi come protagonista il segugio di Baker Street, come fuori collana dell’editore milanese Arnoldo Mondadori, con il titolo: “Le ultime avventure di Sherlock Holmes”, con traduzione di Pietro Gerardo Jansen. E, nel Belpaese, l’opera, messa in commercio a 10 lire a volume, godrà di notevole riscontro di lettori.

Conan Doyle aveva pubblicato il primo romanzo sul detective dalle spiccate capacità analitiche e deduttive e del sodale ex chirurgo militare dell’esercito coloniale britannico sul “Beeton’s christmas annual”, del 1887, con il titolo “Uno studio in rosso”. Quel giallo era giunto in versione tricolore nel 1901 con il titolo “Un dramma misterioso”, per i tipi della società editrice La Poligrafica, di Milano. E quindi era stato il primo lavoro di Conan Doyle ad abituare gli appassionati italiani di noir alle trovate di Sherlock Holmes e Watson.