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27 luglio

Oggi, ma nel 1961, a Mantova, in tribunale, veniva prosciolto dall'accusa di omicidio colposo plurimo Enzo Ferrari, patron dell'omonima scuderia di corse automobilistiche, stabilendo che l'addebito fosse totalmente infondato, per il fatto del 12 maggio 1957 accaduto a Guidizzolo. Quel giorno, subito dopo Cerlonzo, nel Mantovano, nella fase conclusiva della edizione numero 24 della Mille miglia, il pilota Alfonso de Portago (nella foto, a sinistra, con il casco prima della partenza, con Enzo Ferrari, a destra, con il cappello) in derapata aveva urtato con una ruota gli occhi di gatto metallici che dividevano la linea di mezzeria della strada ed era scoppiato uno pneumatico di marca Englebert. La sua Ferrari 335 S aveva travolto 9 spettatori, dei quali 5 erano bambini, uccidendoli sul colpo. Poi la vettura, che viaggiava a tutta velocità, era finita in una scarpata contorcendosi in un ammasso di lamiera irriconoscibile. Nell'ultimo impatto erano morti anche il giovane asso spagnolo, classe 1928, e l'esperto navigatore americano Edmont Nelson. Il Drake, nato nel 1898, era stato accusato di aver imposto gomme non idonee al mezzo e di aver intimato di spingere al massimo la fuoriserie per riprendere posizioni, nonostante fosse stato concordato di lasciar strada libera a Taruffi. Gli era anche stato ritirato il passaporto, con conseguenze non trascurabili sulla partecipazione alle trasferte agonistiche. Nelle sue memorie, "Piloti, che gente", Ferrari ricorderà quell'accadimento, riferendosi sia all'incidente che alla conseguente vicenda giudiziaria, come uno dei peggiori della sua vita professionale e personale. La gara era poi stata vinta da un altro astro della scuderia del cavallino rampante, il già menzionato Pietro Taruffi, su Ferrari 315 S, che volgeva a chiusura di carriera. La sciagura influirà notevolmente sulla decisione di non organizzare più la classica competizione Brescia-Roma-Brescia.